L’utilizzo dei prebiotici (fibre non digeribili) può essere una strategia per prevenire, trattare l’obesità e migliorare la salute metabolica. Lo hanno dimostrato i ricercatori della Faculty of Kinesiology, University of Calgary, Alberta (Canada) su bambini in sovrappeso o obesi tra i 7 e 12 anni. Un gruppo ha ricevuto 8 grammi al giorno di prebiotici (inulina arricchita da oligofruttosio), un altro, di controllo, ha assunto maltodestrina alla dose isocalorica di 13.2 kcal/al giorno, per 16 settimane. Sono stati misurati massa grassa e magra, altezza, peso, circonferenza addominale e marcatori metabolici nel sangue (lipidi, citochine, LPS e insulina).

Dopo 4 settimane i bambini consumatori di prebiotici hanno evidenziato una riduzione del 3% del peso corporeo, del 2.4% della massa grassa, dei markers di infiammazione (PCR del 31%, IL6 del 15%) e del 19% dei trigliceridi. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Gastroenterology, nel settembre 2017.

Obesità infantile e prebiotici

L’eccesso di peso infantile tende a persistere nell’adulto ed è il primo fattore di rischio di comparsa di malattie metaboliche. I prebiotici possono essere un primo intervento dietetico per modulare il metabolismo in pediatria (markers di infiammazione, profilo lipidico, glucosio e insulina a digiuno) e il microbiota intestinale. I prebiotici utilizzati nello studio sono l’inulina, fibra solubile delle Composite (es.

Topinambur, cicoria) e l’oligofruttosio (FOS), ricavato dall’idrolisi dell’inulina. Questi non vengono assorbiti nell’intestino, ma aumentano la massa fecale, regolarizzano la funzione intestinale, incrementano l’assorbimento di magnesio e calcio, riducono i batteri nocivi nel colon e stimolano la proliferazione dei Bifidobatteri, produttori di acidi grassi a corta catena (butirrato, acetato e propionato) che inibiscono l’enzima HMG-CoA reduttasi, coinvolto nella sintesi del colesterolo LDL.

Promuovono, in poche parole, l’eubiosi (corretto equilibrio della flora batterica). La disbiosi intestinale (alterazione della flora batterica a vantaggio dei batteri patogeni) è stata, infatti, associata alla comparsa di malattie metaboliche croniche come obesità e diabete di tipo 2.

Lo studio

I partecipanti sono stati istruiti a sciogliere in una bottiglia un pacchetto intero di fibre (8 gr di prebiotico) in 250 mL di acqua.

Nelle prime due settimane è stata consumata metà dose, per mitigare eventuali sintomi gastrointestinali non prevedibili (diarrea, gonfiore); la dose intera è stata somministrata per le 14 settimane rimanenti, 15-20 minuti prima del pasto serale. Il consumo di prebiotici ha rallentato il guadagno di peso in termini di massa grassa e grasso addominale; in presenza di organismi in crescita, la massa magra è ovviamente cresciuta in entrambi i gruppi di bambini. Tuttavia quello che ha ricevuto il solo placebo è incrementato di peso 2.4 volte di più rispetto al gruppo trattato con il prebiotico. I bambini consumatori dei prebiotici hanno mostrato cambiamenti specifici del microbiota: un aumento di Bifidobatteri longum e una diminuzione di Bacteroides vulgatus e Clostridium clostridioforme (batteri numerosi nel diabete di tipo 2). Un risultato analogo sul grasso addominale era stato osservato in uno studio precedente in donne obese utilizzatrici dello stesso prebiotico (più di 10 gr al giorno) per 12 settimane.