Domani, mercoledì 29 novembre, il mondo del vaping sfilerà in piazza Montecitorio a Roma contro l'emendamento della senatrice Simona Vicari (Alternativa popolare) inserito nella prossima manovra finanziaria, che rischia seriamente di mettere in ginocchio il comparto delle sigarette elettroniche, fino alla sua cancellazione. Oltre al correttivo proposto dall'onorevole appartenente al partito di Angelino Alfano, a pesare come un macigno sull'intera filiera è la recente decisione della Consulta, che ha dichiarato legittima la tassazione di 5 euro su tutti i liquidi destinati alle e-cig, sia che contengano nicotina o meno.

Da qui uno dei tanti titoli provocatori del web contro il governo, accusato di voler tassare anche l'aria.

La protesta di domani del mondo delle sigarette elettroniche

Sigmagazine è il quotidiano di informazione sul vaping ed ha aderito alla mobilitazione indetta per domani, mercoledì 29 novembre, in piazza Montecitorio, di fronte al Parlamento italiano, la stessa piazza che l'8 novembre scorso ha visto scendere in campo oltre cento lavoratrici per chiedere la proroga di Opzione Donna. Attraverso un articolo redatto dalla collega Barbara Mennitti, Sigmagazine ha voluto riportare all'attenzione la protesta romana, elencando le ragioni per cui le persone che lavorano nel mercato inerente le sigarette elettroniche saranno in piazza domani.

In primis, chiederanno un'imposizione fiscale sostenibile per i produttori e, al tempo stesso, i consumatori. Nel concreto, diranno sì alla tassazione sui liquidi contenenti alla nicotina, ma soltanto su quelli, andando dunque contro alla sentenza della Corte Costituzionale, che prevede una tassa di 5 euro su ogni liquido. Gli aderenti alla mobilitazione diranno no anche all'eventuale monopolio di Stato sulla rete di vendita e la distribuzione dei liquidi.

A riguardo, la Menniti cita la più grande differenza con il tabacco, sottolineando come "il vaping è un prodotto di riduzione del danno", e in quanto tale deve restare un prodotto di libera vendita.

Un occhio di riguardo infine per i negozianti online, dediti alla vendita delle sigarette elettroniche. Qualora l'emendamento dovesse essere confermato anche alla Camera dei Deputati, il commercio su internet delle e-cig verrebbe di fatto cancellato, portando alla perdita di lavoro di centinaia e centinaia di persone. Un'ulteriore penalizzazione la subirebbero gli abitanti dei piccoli comuni, che non avrebbero modo di acquistare il prodotto se non spostandosi nei grandi centri, a volte molto distanti.