I social network, si sa, possono essere molto utili in caso di emergenza. Al fine di rendere più tempestivi e capillari i soccorsi. Non a caso, da qualche tempo, Facebook ha ben pensato di lanciare il servizio 'safety check', mediante il quale si chiede di confermare all'utente che si trova nelle vicinanze di qualche catastrofe, il suo stato di salute. Eppure, domenica sera è successo qualcosa di insolito: il messaggio è arrivato a molti utenti italiani di Facebook (che si trovavano nel loro Paese) sull'ennesima carneficina di matrice jihadista, consumatasi tragicamente in Pakistan.

Perché in tanti abbiamo ricevuto quel messaggio, pur se ci trovavamo così distanti dalla catastrofe? Scopriamolo di seguito.

Perché abbiamo ricevuto un messaggio da Facebook su attentato in Pakistan

In molti si sono dunque chiesti, e si sono pure spaventati, nel ricevere il messaggio di Facebook sull'attentato a Lahore, in Pakistan. Il messaggio chiedeva: "Stai bene? L'esplosione ha coinvolto anche te?". Il motivo risiede in un bug che ha colpito l'algoritmo che regola il servizio digeolocalizzazionedegli utenti del social ideato da Mark Zuckerberg. Gli sviluppatori del social network si sono subito accorti dell'errore, lanciando un comunicato online. Si sono poi scusati per l'erronea notifica ricevuta.

Dunque tutta colpa di un bug, che ha spaventato milioni di italiani.

Safety check di Facebook, il caso opposto

Tuttavia, non siamo di fronte al primo caso di safety check partito per errore da Facebook. Anzi, un precedente vuole che si sia anche verificato il caso opposto. Come ha segnalato il blogger libanese Joey Ayoub, Facebook non aveva inviato alcuna notifica per il duplice attentato kamikaze di Beirut lo scorso novembre.

Dunque, il sistema deve ancora essere perfezionato per evitare allarmi inutili, o, viceversa, drammi snobbati. In fondo, è un'ottima idea, al fine di localizzare più facilmente le persone in caso di attentati, terremoti, tifoni, tsunami e altre catastrofi naturali o provocate dall'uomo. Viviamo in un'epoca nella quale sembrano essere ormai all'ordine del giorno.