Per proteggere i cittadini dai pirati informatici, gli avvertimenti ormai operano su scala mondiale ed è indispensabile un accordo tra Stati, proprio come succedette in periodo di guerra per la convenzione di Ginevra, questa volta però in chiave digitale. Ad avere l’idea e lanciare l’allarme è stato il presidente di Microsoft: Brad Smith, mentre pronunciava il suo discorso durante la conferenza stampa sulla sicurezza informatica a San Francisco.

Cybersecurity misure da adottare al livello mondiale

Gli attacchi informatici si moltiplicano di giorno in giorno e non si verificano solamente contro istituzioni e aziende, ma soprattutto contro e ai danni dei civili.

Secondo il presidente Smith (Microsoft) vanno stabilite nuove norme internazionali in merito alla cybersecurity. Il capo della Microsoft porta come esempio la convenzione di Ginevra e cosa fu fatta nel 1949 per proteggere i civili in tempo di guerra. Secondo quest’ultimo gli stati dovrebbero riunirsi e creare una convenzione di “Ginevra digitale”. I governi dovrebbero stabilire, sviluppare e mettere in pratiche norme globali al fine di tutelare i civili.

Come difendersi con l’uso consapevole di strumenti informatici

In attesa di nuove regole, in merito al pericolo costante di attacchi informatici, vanno ribaditi alcuni accorgimenti e regole, da mettere in pratica per usare consapevolmente gli strumenti informatici, nella vita di tutti i giorni.

Ognuno di noi mentre è al lavoro o semplicemente quando utilizza strumenti che consentano un collegamento internet, si espone sé stesso, aziende o altri a rischi constanti, per quanto riguarda il pericolo cyberg. Non basta avere un buon antivirus o nel caso di strutture aziendali sistemi automatici di controllo. Coloro che attaccano la nostra sicurezza e vogliono entrare in possesso di informazioni, fanno affidamento sul comportamento di chi opera dall’altra parte dello schermo.

I criminali informatici considerano il fattore umano il punto debole delle difese. Portiamo come esempio le e-mail che arrivano sulle proprie caselle postali elettroniche, apparentemente non procurano danni, fuorché non sia compiuta un'azione da parte del mittente. Quindi quando si ricevono e-mail sospette, da destinatari sconosciuti, non bisogna aprirle, perché nella quasi totalità dei casi, l'apertura di file allegati al testo o il "click" su un link contenuto nel testo della e-mail, provocherebbe un danno al pc, smartphone, server o altro.

Cosa fare se si subisce un attacco informatico

In caso di pericolo cyberg bisogna respingere l’attacco con tutti i mezzi a disposizione. Le e-mail pericolose si riconoscono in quanto: si ricevono da fonti non conosciute, riguardano argomenti insoliti e mittenti sconosciuti, contengono richieste di natura personale o economica e fanno riferimento a sistemi o servizi informatici che si utilizzano. Insolitamente quando si ricevono e-mail sospette il linguaggio utilizzato è straniero o tradotto, anche erroneamente in italiano o altra lingua, questo dovrebbe generare già l’allarme. Inoltre i mittenti pericolosi non sono rintracciabili. Evitare di inserire login e password, abitualmente sia per accessi ad applicativi aziendali che per l’utilizzo, per esempio, di servizi bancari nessuno invia e-mail, si accede sempre in ambienti intranet o siti con protezione. In poche parole in rete la prudenza non è mai troppa, i pericoli possono essere ovunque.