Dopo i casi di Green Hill e di Pomezia, la sorte di altri beaglesta suscitando preoccupazione tra le associazioni antivivisezioniste e non.
Sabato sera in centro a Verona si è tenuta una fiaccolata perchiedere la liberazione dei 32 beagle che, secondo gli attivisti, sarebberorichiusi presso la sede di via Fleming della Glaxosmithkline e della Aptuit, in attesa della vivisezione.
Questi beagle, provenienti da un allevamento statunitense,sarebbero arrivati via Belgio il 5 marzo scorso, insieme agli 8 esemplarifiniti a Pomezia (RM). Questi ultimi erano destinati alla vivisezione per contodella multinazionale Menarini, ma in seguito alle forti proteste suscitate, l'aziendaaveva deciso di rinunciare ai cani consentendo loro di venire adottati daalcune famiglie.
Della sorte nei 32 beagle di Verona invece non si sa ancora nulla.Le associazioni Freccia 45, Coordinamento fermare Green Hill e ComitatoMontichiari contro Green Hill chiedono con forza risposte ai vertici dell'Aptuit/Glaxo.Da ormai diverse settimane davanti ai laboratori delle due multinazionali c'èun presidio permanente di un centinaio di attivisti a favore di un'immediataliberazione degli animali. In visita al presidio erano arrivate anche lecantanti Fiordaliso e Donatella Rettore.
Per ora tuttavia queste proteste non hanno avuto alcunarisposta. I vertici delle due società si sono trincerati in un preoccupantesilenzio e non hanno voluto partecipare alla riunione della IV Commissioneconsiliare del Comune di Verona in cui si auspicava di trovare un primo puntodi accordo generale in merito alla vicenda.
La liberazione dei 32 beagle è stata richiesta anche da 15consiglieri comunali del comune veronese che hanno firmato una mozione inmerito in cui si richiede anche che il Ministero della Salute intervenga persbloccare la situazione.