Presentando al pubblico martedì 9 settembre il bollettino n. 10, il segretario generale della WMO, Organizzazione Meteorologica Mondiale, Michel Jarraud, ha dichiarato senza mezzi termini che "il tempo è scaduto". "Sappiamo senza ombra di dubbio che il clima sta cambiando e che le condizioni meteorologiche stanno diventando sempre più estreme a causa delle attività umane, in particolare l'utilizzo di combustibili fossili. Le emissioni passate, presenti e future di anidride carbonica hanno un impatto cumulativo sia sul riscaldamento globale che sull'acidificazione degli oceani.

Le leggi della fisica non sono negoziabili, il tempo è scaduto." La concentrazione di anidride carbonica, il principale gas serra emesso dalle attività dell'uomo, è stata nel 2013 di 396 parti per milione, superiore di 2,9 ppm al livello del 2012, il più elevato incremento annuo mai visto a partire da quando, nel 1984, si è iniziato a registrare il fenomeno in modo affidabile. Il secondo gas serra più importante, il metano, ha continuato a crescere ad un ritmo simile a quello degli ultimi 5 anni, raggiungendo un livello medio globale di 1.824 ppb, parti per miliardo. L'altro gas maggiormente inquinante, l'ossido di azoto, ha raggiunto le 325,9 parti per miliardo, con un incremento comparabile a quello medio degli ultimi dieci anni.

Jarraud è convinto che il mondo abbia le conoscenze tecniche e gli strumenti per mantenere il riscaldamento entro i 2 gradi Celsius, l'obiettivo fissato dalle Nazioni unite nel 2010, che "darebbe al nostro pianeta una possibilità di sopravvivere e ai nostri figli e nipoti un futuro. Ammettere la propria ignoranza non può più essere accettato come scusa per non agire".

L'effetto di riscaldamento, o forzante radiativo, misura l'influenza di un fattore - l'aumento di anidride carbonica nell'atmosfera - nell'alterazione del bilancio tra energia entrante ed energia uscente nel sistema terra-atmosfera. Un forzante positivo riscalda la superficie terrestre, uno negativo la raffredda. Dopo l'anidride carbonica, il metano è il gas con l'effetto più dirompente sul clima.

La concentrazione raggiunta nel 2013, 1.824 parti per miliardo, rappresenta un incremento del 153% rispetto al livello dell'epoca pre-industriale di circa 700 ppb. Circa il 40% del metano proviene da fonti naturali come termitai e stagni, ma il resto è dovuto all'allevamento del bestiame, alle coltivazione del riso, alla combustione fossile, alle discariche e agli incineritori. Il rapporto sostiene che, stante il perdurare e l'aggravarsi di fenomeni come la deforestazione e l'acidificazione degli oceani, la biosfera terrestre non è più in grado di smaltire l'accumulo di gas serra. Siamo ad una soglia oltre la quale il fenomeno sarà irreversibile. Quello che dobbiamo fare con urgenza sono azioni di contenimento, necessariamente prolungate, per evitare di cadere nel baratro.

Un'ultima osservazione: in Europa il paese che ha inquinato di più è la Germania, vedi i rapporti Eurostat, con un aumento del 2% costante nel tempo. Questo dimostra le difficoltà che Berlino sta incontrando nel riconvertire la propria struttura energetica da nucleare a fonti alternative. Per contro, i paesi dove si sono registrate le più forti riduzioni sono quelli più colpiti dalla crisi, Spagna, Cipro, Romania, dove la produzione industriale è crollata.