Un episodio che sta rimbalzando sulle pagine dei quotidiani e dei siti web di tutto il mondo quello che sta coinvolgendo l'Argentina.

Non si tratta del baby-delfino morto qualche settimana fa, ma di chilometri e chilometri di costa letteralmente invasi da un mantello fitto e nero di scarabei, che sembrano oramai dominare le spiagge soleggiate delcentro costieroMar de Ajo,a soli 50 chilometri da Buenos Aires.

Le ipotesiproposte dalla scienza

Nonostante l'evento sia diventato di portata internazionale, scomodando anche complottisti e religiosi sull'ipotetica "funzione" d'avvertimento dell'invasione, la Scienza sta provando a vederci chiaro e a fornire delle risposte esaurienti.

Non manca, ovviamente, anche chi cerca di trarne vantaggi personali, vendendo per circa 60 euro al chilo, online, questi animali, millantando un'ipotetica "cura" per il rinforzo del sistema immunitario, a favore di un effetto antitumorale, di benefici per l'asma, l'AIDS e malattie varie, nelle secrezioni di questi scarabei.

Tra chi ci legge un elemento pre-apocalittico e chi un segnale di castigo divino si inseriscono gli scienziati che sono al lavoro per fornire delle risposte attendibili.

La prima ipotesi è stata fornita sui social network da un utente il cui nick èkhnagar. La sua teoria coinvolgegliesemplari della specie Heteronychus Arator, che si muovono spesso inesodi di massa durante le fasi annuali tra estate e autunno; esodi durante i quali si accoppiano.L'immenso numero di animali si giustificherebbe con il fatto che gli scarabei sarebberostati, poi, trasportati dai venti verso il mare, finendo per spiaggiarsi morti o moribondi.

La scienzaaffermache quegli scarabei hanno un ciclo di vita dicirca due anni, che completano quasi del tutto sotto terra, uscendo allo scoperto soltanto per la fase di accoppiamento.Questo momento però, per loro, è "l'ultimo" da vivere, nel senso che la loro aspettativa di vita, dopo la copulazione, è di soli quattro giorni.

C'è da dire che, solitamente, le uova vengono covate nei mesi prossimia Gennaio, ma il cambiamento climatico degli ultimi anni potrebbe aver generato questa specie di "scombussolamento" naturale.Le stagioni, come fossero "slittate" in avanti, avrebbero quindi reso possibile fisicamente quest'evento, magari con il "rinforzo" di una covata eccezionale.

Il tutto sembra, in fondo, dare spiegazioni plausibili, ma è veramente difficile poi confrontare le ipotesi più accreditate con il numero immenso, preoccupante e impressionante di animali spiaggiati sulle coste argentine.

Una realtà che sta pesando anche sulla qualità della vita dei residenti e sul turismo, perchè, sebbene si tratti di animali non pericolosi, l'effetto visivo è veramente da brividi.

Tra l'altro una moria di massa di questi animali genererebbe comunque un altissimo tasso di materiale organico in decomposizione da dover "smaltire", un carico non indifferenteper la Natura e per gli ecosistemi coinvolti.