Oggi parliamo delle Previsioni meteo per luglio 2016 in Italia grazie agli ultimi aggiornamenti provenienti dall'autorevole sito meteo.it. Nel frattempo siamo giunti al ponte del 2 giugno, che vedrà la Penisola divisa in due, con maltempo al nord e sole al sud. Una situazione climatica prevista già da diversi giorni e che ha trovato conferma fin da queste prime ore del mattino. Nonostante il tempo soleggiato al centro-sud, le temperature massime non raggiungeranno in nessun punto i 30 gradi. Le regioni più calde saranno la Sardegna e la Sicilia con 26 gradi.
Caldo a livelli record o maltempo?
Le nuove previsioni meteo per il prossimo mese di luglio qui da noi in Italia indicherebbero una situazione completamente diversa da quella prospettata qualche settimana fa, quando si immaginava un'estate con caldo record in tutta la Penisola. Gli studiosi dei modelli tradizionali indicavano una stagione estiva con numerose giornate di afa, una stagione paragonabile a quella del 2003.
Fino a pochi giorni fa si prospettava un luglio e agosto caldissimi, con temperature massime vicine se non in alcune occasioni superiori ai 45 gradi. Le tendenze del modello Centro Europeo delineavano un quadro decisamente poco amichevole per le migliaia di persone che resteranno in città durante l'estate per questioni lavorative o per difficoltà economiche che non permettono, oggettivamente, una vacanza in montagna o comunque in altri lidi dove il clima sarebbe, usiamo il condizionale, più favorevole.
Per il mese di luglio vengono annunciate frequenti irruzioni atlantiche, che renderebbero la situazione meteorologica instabile sopratutto al centro-nord. Come prima conseguenza si segnala un abbassamento generale delle temperature, con maggiori possibilità di precipitazioni (inizialmente si era detto che la pioggia sarebbe stato un lontano ricordo).
Un secondo aspetto da non sottovalutare è quello relativo alla maggiore fatica che gli anticicloni provenienti dall'Africa faranno per stazionare sul bacino meridionale del Mediterraneo. La causa? Tutto sarebbe da ricondurre a La Nina, vale a dire al raffreddamento delle acque superficiali dell'Oceano Pacifico.
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