Domani 29 luglio, si celebrerà la Giornata Mondiale della Tigre,in questa occasione Survival International denuncerà la situazione precaria in cui si trovano le popolazioni indigene che si vedono sfrattare dal loro territorio a beneficio della conservazione del felino. Ma è davvero necessario? Secondo Survival international no, si parla di un atto che va contro la legalità e danneggerebbe anche le tigri stesse.
Le tigri sono a rischio di estinzione?
Secondo le stime di UICN (International Union for Conservation o Nature), il numero di tigri presenti oggi sul territorio, sarebbe diminuito del 50% rendendo il felino più grande del mondo una specie a rischio e che, perciò, necessita di protezione.
In assenza di intervento che ne preservi la conservazione e ne promuova l'incremento della popolazione, la tigre è destinata ad estinguersi.L'India è il paese che conta il maggior numero di tigri in tutto il mondo. Sono stati riservati ai felini molti parchi affinché fossero protette, purtroppo però si sta attuando un'azione di espulsione delle popolazioni indigene, sempre vissute in quelle terre, pensando di facilitare la conservazione delle tigri. Una supposizione totalmente falsa.
Tigri e popolazioni indigene
All'interno della foresta di Madhya Pradesh si trova il Parco Nazionale di Khana, zona riservata alle tigri visitabile dai turisti. Questo territorio è famoso per aver ispirato "Il libro della giungla" di Rudyard Kipling ed è la terra natia dei Baiga che abitano la foresta da sempre.La popolazione dei Baiga si è presa cura della foresta per centinaia di anni prima della colonizzazione.
Ora si trovano loro stessi a rischio in quanto dal 1960, gli indigeni sono costantemente sotto la minaccia di uno sfratto da parte del Governo.Nel 2014, i Baiga, sono stati effettivamente cacciati da quella che, da secoli, è la loro casa."Ci hanno costretto ad andare via" afferma un uomo Baiga.
"Avvelenateci e finiamo qui, ora, ma non ci portate via dalla nostra terra", è il grido di dolore degli indigeni, "Qui abbiamo i nostri campi e le nostre case se noi ce ne andiamo la foresta farà fatica a sopravvivere, tra poco tempo non resterà niente", dice un uomo Baiga prima di essere sfrattato.Cacciare gli indigeni dalla foresta non è legale e le motivazioni dei Baiga sono sostenute dal Forest Rights Act redatto nel 2006 per risolvere i problemi delle popolazioni indigene e sostituire le precedenti ingiuste leggi coloniali, ovvero l'Indian Forest Act e Wildlife Protection Act.
Secondo i quali il Governo ha pieno potere di cambiare la natura di qualsiasi zona trasformandola in riserva e sfrattando le popolazioni del luogo.
Parks need peoples
Non c'è nessun motivo di credere che la presenza degli indigeni all'interno dei parchi sia di ostacolo per la conservazione delle tigri,Stephen Corry, Direttore generale di Survival, afferma che i dati raccolti in questi anni dimostrano che le tigri stanno meglio in presenza delle tribù.
"Il fatto è che i turisti portano forti guadagni all'industria della conservazione", continua Corry.Il concetto fondamentale che sta alla base della campagna Parks Need Peoples (I parchi hanno bisogno di popoli), ideata nel 2014 da Survival, è rispettare la naturale convivenza tra umani, foresta e animaliche è consolidata da secoli e la difesa dei diritti dei popoli indigeni, gli unici che sanno realmente prendersi cura dell'Ambiente in cui sono nati e vissuti per generazioni.