Il panda gigante stato il primo animale ad entrare nella lista degli animali che rischiavano di sparire per sempre, quello che ha fatto scattare il campanello dall'allarme e che è stato stato scelto dal WWF come suo simbolo ufficiale e inconfondibile. Ora è ufficialmente uscito da questa categoria.Lo comunica con orgoglio l'IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), che, dati alla mano, dichiara che il numero di panda giganti al mondo ad oggi sarebbe 1864, ben il 17% in più di solo due anni fa.
Grande merito va al governo cinese, che negli ultimi anni si è preso a cuore questo particolare argomento, curando gli animali in prima persona e facendo piantare immense foreste di bambù per offrire habitat e cibo a questi teneri orsetti.Questa splendida dichiarazione, inoltre, è giunta pochi giorni dopo l'eccezionale notizia della nascita gemellare avvenuta nello zoo di Atlanta il 3 Settembre.
La panda gigante di 15 anni, Lun Lu, ha dato infatti alla luce due bellissimi cuccioli, così piccoli da stare entrambi sul palmo di una mano. E la cosa eccezione è che quest'anno non è stata la sola, infatti, solo poche settimane prima lo stesso evento era stato registrato nello zoo di Vienna.
L'IUCN, però, ci tiene in guarda; il pericolo non si può dire completamente scampato.Il panda gigante infatti non sarà più da considerarsi una “specie in via di estinzione” ma una “specie vulnerabile”.A causa del surriscaldamento globale le delicate foreste di bambù potrebbero ridursi notevolmente nel giro di meno di cento anni.Particolare attenzione è inoltre da riservare alle specie animali che rimangono ancora a rischio; in particolar modo le zebre comuni (il cui numero di esemplari è crollato da 660 mila esemplari a 500mila nel giro di meno di 15 anni) l'antilope tibetana (ancora incredibilmente soggetta al bracconaggio per la creazione di scialli fatti con il suo pelo) e ben sei specie di primati.
Stiamo parlando del gorilla orientale, quello occidentale; l'orango del Borneo, l'orango di Sumatra, lo scimpanzé, il bonobo e in primis il gorilla orientale, che in soli 20 anni ha visto diminuire i suoi esemplari di oltre il 70 % e che al momento (con soli 5mila esemplari) si trova al primo posto nella lista rossa dell'IUCN come “animali gravemente a rischio. L'ultimo gradino prima dell'estinzione.