Per la prima volta dall'inizio delle registrazioni dei livelli di CO2 nell'atmosfera, nel mese di settembre si è superata la soglia delle 400 parti per milione e questo ha fatto scattare i campanelli d'allarme degli esperti. Già da anni questo limite è stato superato in varie occasioni ma a far preoccupare i ricercatori del osservatorio di Manua Loa, alle Hawaii, è il fatto chequesti dati sono riferiti al mese di settembre.
Superato il punto di non ritorno
Il ciclo vitale della vegetazione del pianeta trasforma l'anidride carbonica in ossigeno durante la primavera e l’estate, mentre al cadere le foglie d’autunno il processo si ferma.
Questo fattore è importantissimo in quanto settembre è il mese con i livelli più bassi dovuto al respiro della Terra. Questo fenomeno ha preoccupato anche i tecnici più scettici riguardo al cambio climatico, convincendoli della necessità di allertare l’opinione pubblica.
Le prime registrazioni della concentrazione di questo gas alle Hawaii risalgono al 1958 e in quel periodo risultava un tasso intorno ai 315ppm. Da quel momentosi è registrato un aumento costante intorno a 2,1ppm annuale. Quest’anno però i livelli sono cresciuti in forma anormale arrivando a superare i 3 ppm.
Secondo le dichiarazioni passeranno decenni prima di tornare ad avere livelli sotto il limite di guardia nonostante sia stato ratificato a Parigi il nuovo accordo degli stati sulla riduzione delle emissioni inquinanti del 60% nei prossimi anni.
Alcuni scienziati stimano che da oggi tutti i neonati saranno destinati a vivere con dei livelli di CO2 superiori al limite stabilito.
Potrebbe non essere tutta colpa dell'inquinamento umano
L’evento eccezionale però sembra non essere solo causa dell'Inquinamento prodotto dall' essere umano. Molti puntano il dito su un eventoatmosferico chiamato “el niño”.
Richard Betts, del Met Office e professore dell'Università di Exeter ha spiegato che l’ultima volta in cui si è presentato con tanta forza questo fenomeno risale agli anni ‘97 e ‘98 quando i livelli d'inquinamento erano un 25% più bassi degli attuali. Il calore e l’aria secca hanno provocato un incremento della concentrazione del gas al livello del suolo così importante da segnare il futuro del pianeta.