La responsabile del controllo oceanico di Greenpeace, Elvira Jiménez, ha dichiarato poche settimane fa che ogni anno vengono immessi nei mari e neglioceani una quantità di residui plastici pari a otto milioni di tonnellate. La superficie che potrebbe essere coperta con questa quantità corrisponderebbe a metà della regione Molise, e per il 70% questi residui si depositano sul fondo marino distruggendo ecosistemi molto delicati.

Un’idea rivoluzionaria per salvare il mare

La società spagnola Ecoembes ha partecipato con laFundazione Ecoalf ad un progetto per eliminare questi rifiuti e riutilizzarli per produrre dei benefici economici importanti.

L’idea consiste nel chiedere ai pescatori che utilizzano sistemi di reti di recuperare i rifiuti catturati, depositandoli in appositi contenitori situati nei vari porti. I pescatori coinvolti nel progetto hanno dichiarato essere molto interessati a mantenere il mare pulito in quanto da essodipende direttamente la loro vita e il loro commercio. Per l’impresa, invece, la loro raccolta costituisce una fonte gratuita di plastica con la quale creare matasse di fili sintetici da riutilizzare per la fabbricazione di vestiti.

Un progetto che rende tutti felici

Secondo i dati forniti dalla fondazione e dagli ecologisti coinvolti nel progetto in un solo anno si sono raccolte 59 tonnellate di rifiuti solo nelle acque del Mediterraneo con i quali l’impresa ha potuto creare una collezione completa di vestiti senza ricorrere a prodotti plastici di nuova fabbricazione.

Considerando gli ottimi risultati e la grande accettazione da parte del pubblico di questi nuovi prodotti l’impresa ha fissato un nuovo obiettivo per il prossimo anno volendo recuperare 190 tonnellate.

L’organizzazione internazionale Greenpeace appoggia questa iniziativa in quanto offre un doppio vantaggio all'ambiente, ripulendo il mare e non rendendo necessario creare nuova plastica contaminante.Anche altre aziende hanno iniziato a valutare la possibilità di utilizzare lo stesso meccanismo per il recupero di metalli dal fondo marino per poterli riutilizzare e creare così altre industrie redditizie ed ecologicamente sostenibili.