600mila pezzi. Questo il numero delle aree naturali presenti sulla terra a causa della sempre più ingente costruzione di strade. Se è vero che l'80% del suolo del pianeta sia occupato da aree selvatiche, queste, limitate da strade, diventano divise in circa 600mila pezzi, la maggior parte dei quali troppo piccoli per ospitare lo sviluppo della fauna selvatica e della biodiversità.
Lo studio, pubblicato dalla rivista Science, afferma che più della metà delle aree naturali presenti sulla superficie terrestre abbiano un'estensione inferiore al chilometro quadrato, l'80% delle quali comprese entro i cinque chilometri.
Solo il 7% dei 'lotti' raggiunge un estensione di 100 chilometri quadrati.
Distruzione e disboscamento
I ricercatori affermano che la sempre più crescente costruzione di strade abbia comportato una deforestazione delle aree naturali, un aumento di mortalità tra la fauna selvatica, una frammentazione degli habitat naturali e una crescita esponenziale di inquinamento atmosferico e sonoro delle aree.
Gli impatti provocati dall'incessante costruzione, avvertono gli esperti, potrebbero aumentare in futuro visto che la maggior parte delle aree selvatiche presenti sul pianeta non fanno parte di aree geografiche protette, quindi potenzialmente adibite alla costruzione di nuove vie.
Mappatura territorio
Lo studio pubblicato dalla rivista Plos Biology afferma che da qui al 2050 saranno costruiti oltre 25mila chilometri di nuove vie, soprattutto nei paesi emergenti. Per far fronte alle esigenze di imprese costruttrici e degli ambientalisti si è così creato un sistema di mappatura del territorio in grado di indicare le aree geografiche meglio adibite alla costruzione.
"Se le nuove vie vengono tracciate in modo strategico, andando a servire aree già disboscate e poco connesse, si può dare il via a una crescita dell'agricoltura" affermano gli studiosi, sostenendo che in tal modo si potrebbero evitare ulteriori disboscamenti e distruzione di habitat naturali, recando meno danno all'ambiente.