Questo trend è annunciato da tempo: dal mese di maggio del 2015 ogni record mensile della temperatura globale è stato demolito. E i ghiacci del polo sono come un termometro dei cambiamenti climatici.L'estensione della calotta polare nel mese di settembre (durante il minimo annuale) ha toccato il secondo record negativo da quando esistono le osservazioni satellitari (peggio solo nel 2012). E negli ultimi due mesi la situazione è precipitata. Tra novembre e dicembre si sono registrati valori più alti di cinque gradi rispetto alla media del periodo.

Il picco dovrebbe verificarsi proprio oggi, la vigilia di Natale, con la temperatura di circa zero gradi attorno al Polo Nord. La corrente d’aria calda proveniente dal Nord Atlantico dovrebbe poi spostarsi dalla regione artica verso Spitsbergen. I modelli di previsione meteorologica stimano una possibilità del 2% circa che un evento come questo capiti ogni anno. Se le temperature però continuano progressivamente ad aumentare, come sta succedendo, ci si possono aspettare fenomeni anomali come questo ogni anno, con un conseguente enorme stress per tutto l’ecosistema.

Il problema relativo allo scioglimento dei ghiacciai è profondo e noto da tempo agli esperti

La dottoressa F. Otto, ricercatrice esperta presso l’Oxford Environmental Change Institute ricorda, in un’intervista alla BBC News, che nel passato pre industriale questi aumenti di calore sono stati estremamente rari, uno ogni circa mille anni.

Gli scienziati che si occupano di Clima sono molto sicuri nel dichiarare che questo inappropriato aumento di calore nella regione Artica sia direttamente collegato ai cambiamenti ambientali prodotti dall’uomo. Vengono usati differenti modelli e metodi di osservazione e studio e tutti conducono alla medesima conclusione: l’aumento di temperatura raggiunto dalla regione artica sarebbe impossibile senza l'antropizzazione.La dottoressa Otto spiega come la progressiva riduzione dei ghiacciai (in 25 anni si è perso circa il 30% del ghiaccio marino) dovuta al surriscaldamento del globo inneschi un secondo fenomeno negativo: i raggi solari, in queste condizioni, anziché essere riflessi dal bianco del ghiaccio vengono assorbiti dall’acqua, con relativo aumento della temperatura.Il professore C.

Barbante, direttore dell'Istituto Dinamica Processi Ambientali del CNR, dichiara che i modelli più ottimistici (nel rispetto degli accordi internazionali) prospettano un assestamento a livelli di poco inferiori rispetto agli attuali, una stabilizzazione a circa 3-5 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio marino (inizialmente erano 15 milioni). Nella prospettiva peggiore, invece, lo scenario prevede che attorno al 2080 avremo tutto l'Artico libero dal ghiaccio nella stagione estiva.