Un'enorme massa di acqua dolce e calda si innalza e si sposta verso nord, diretta al Mare Artico, attraverso l’Oceano Atlantico. I venti gelidi che soffiano nel Mare Artico contribuiscono ad abbassare la temperatura e il volume, e così l'acqua diventa sempre più fredda e densa, e più salata. A questo punto sprofonda negli abissi dell’oceano e, scivolando sotto altre acque calde dirette al nord, inizia il suo lento viaggio di ritorno verso latitudini più meridionali. Tutto il calore sottratto dalla sua superficie caratterizza il clima dell'Islanda, della Gran Bretagna e del Nord Europa.

Si tratta di un ciclo naturale che è solo una parte di un complesso sistema globale che si basa sulle differenze di temperatura, salinità e densità. Viene definito Circolazione Termoalina Meridionale Atlantica (AMOC - Atlantic Meridional Overturning Circulation).

Il grande nastro trasportatore

Un recente studio condotto dal geofisico Wei Liu, pubblicato su "Science Advances", tende a dimostrare come una significativa distorsione nei modelli climatici esistenti e il conseguente aumento di calore e di CO2 nell’atmosfera potrebbero, in qualche modo, portare al collasso del grande nastro trasportatore, che sta andando incontro ad una marcata diminuzione di circa due terzi della forza primitiva. Tutto ciò comporta un raffreddamento dell’Atlantico del nord, che supererebbe di gran lunga il riscaldamento attuale.

Il risultato? Alcune zone d’Europa potrebbero subire significativi raffreddamenti annuali, per un periodo di alcuni secoli.

Crollo totale di AMOC

Alcuni scienziati hanno avanzato lo spettro di un crollo totale dell’AMOC, che porterebbe a inverni molto più duri e all’espansione delle calotte di ghiaccio nel Nord Atlantico, come decisa conseguenza di un generale Riscaldamento globale.

Secondo Wei Liu non è mai bene fare del catastrofismo, e lancia un monito: "Il film 'The day after tomorrow', che non ha nulla di scientifico, si basa sulle conseguenze apocalittiche di un possibile crollo di AMOC solo per infastidire il lavoro dei climatologi".

Lo studioso prosegue elencando alcuni esperimenti utili, atti a controllare anche gli altri sistemi complessi, in modo tale da ricavare più informazioni possibili. Grazie a queste ulteriori ricerche, se davvero dovesse verificarsi il temuto crollo dell'AMOC, sarebbe possibile indicare la tempistica e le regioni coinvolte.