L’auto elettrica e il suo sviluppo sono al centro delle strategie dell’Enel. L’azienda lancia un piano da 300 milioni di euro che partirà ad aprile per sviluppare una rete capillare di colonnine di ricarica in Italia. Ad affiancare l'azienda, nel progetto c’è il Politecnico di Milano. L’investimento sarà garantito dall’utilizzo di fondi europei su base regionale e con il contributo di chi utilizza le auto, come ha spiegato l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace.

Auto elettrica: il nodo colonnine

Il piano colonnine di ricarica progettato da Enel, che tra l'altro formerà un'apposita divisione interna dedicata ai servizi innovativi come questo, dovrebbe garantire un salto di qualità a livello infrastrutturale.

Si tratta di uno dei principali ostacoli da superare per chi sta pensando di passare all'auto elettrica, ma decide di desistere temendo di non poter fare rifornimento quando necessario, a maggior ragione se si considera che queste auto hanno ancora un'autonomia ridotta rispetto a quelle tradizionali.

Infatti, i paesi dove questo tipo di mobilità a emissioni zero sta avendo successo sono proprio quelli che hanno investito di più in infrastrutture e incentivi, come Norvegia e Olanda, che vantano già una quota di vetture elettriche pari rispettivamente al 25% e al 10% delle auto in circolazione. E in Italia? I numeri sono ancora irrisori: nel 2016 le auto elettriche erano circa seimila, pari allo 0,01% del totale.

Auto elettrica: gli italiani che ci credono

Una prima "scossa" al mercato delle elettriche potrebbe arrivare proprio da questa iniziativa, anche per cominciare a liberare le nostre città da uno smog sempre più pericoloso e insopportabile. Starace ha annunciato il progetto Enel durante la presentazione, assieme al presidente della fondazione Symbola, Ermete Realacci, di "100 italian e-mobility stories", uno studio dedicato alla filiera della mobilità elettrica italiana.

Il progetto racconta le esperienze più interessanti degli operatori del settore, che vanno dalla realizzazione dei veicoli alle batterie che li alimentano, senza dimenticare chi lavora nella componentistica, nel design e nelle ricariche.

Realacci ha puntato il dito contro l'incapacità di usare le risorse disponibili in questo campo, ricordando per esempio, come esista un fondo da 50 milioni di euro stanziati in Italia nel 2013 per sviluppare la mobilità elettrica, ma del quale finora è stato utilizzato solo il 10%.

Auto elettrica: batterie migliori

"La strada è lunga ma anche molto interessante, perché l'intera catena del valore della mobilità elettrica è da scoprire e da ridisegnare" ha dichiarato Starace. E secondo l'ad di Enel la sua società potrà avere un grande ruolo "per permettere all'auto elettrica di diventare una realtà normale e di poter lavorare alla pari con il resto della mobilità e vedere così quale delle tecnologie prevale". Ma il passaggio chiave, oltre a quello di disseminare l'Italia di colonnine e di crescere nell'incentivazione pubblica, come nel caso dell'esenzione dal bollo, sarà sciogliere il nodo dell'autonomia e dei tempi di ricarica delle auto elettriche: se si farà un salto di qualità nelle batterie che le alimentano, allora il mercato potrebbe diventare molto interessante, con tutti i vantaggi che ne conseguono anche per la nostra salute.