Oggi è la Giornata della Terra, occorrenza celebrata da Google con un nuovo doodle. E proprio in questo giorno cominciano le prime manifestazioni della 'Marcia della Scienza'. Questa è una manifestazione pacifica con l'obiettivo di rendere più partecipe cittadinanza - e soprattutto la politica - ai grandi problemi sociali e ambientali messi in risalto proprio dalla scienza.
In piazza per la Scienza
Avvocati, scienziati e cittadini marceranno a supporto della ricerca scientifica per protestare contro politiche antiscientifiche. Sono in programma più di 500 manifestazioni in tutto il mondo - da Washington, D.C a Tokyo fino ad Accra, Ghana.
Anche l'Italia fa la sua parte e scende in strada per proteggere e dar voce ai valori della scienza. "Scendiamo in piazza anche in Italia perché noi ricercatori ci sentiamo come un unico gruppo, senza distinzioni, e perché si parla di problemi globali", ha spiegato uno degli organizzatori di March fo Science in Italia, Marco Valente.
In Italia il sentimento antiscientifico è molto forte - ricordiamo solo nella storia recente la tempesta di bufale degli antivaccinisti che ha colpito i media o del caso Stamina, che ha procurato non poche sofferenze alle vittime di Vannoni.
La colpa di questo sentimento di sospetto nei confronti dei canali scientifici riconosciuti è da addurre sia alla politica che non si preoccupa di sentire la voce degli scienziati, sia agli scienziati, che per la maggior parte non si sforzano di informare la cittadinanza e divulgare le loro scoperte.
"Lo scopo della marcia in Italia è di insegnare ai politici che ci vuole maggior rispetto per quello che rappresenta la scienza e quello che è il nostro lavoro".
Un primo evento si è tenuto ieri a Caserta, e si è concluso con un corteo alla Reggia. Altri eventi si terranno oggi in parallelo a Milano, Firenze, Rimini, Napoli e Potenza.
Il silenzio degli scienziati deve finire
È cosa inusuale per gli scienziati partecipare a questo tipo di manifestazioni. Nonostante ciò, i partecipanti sentono che è necessario muoversi per difendere la scienza. In un clima antiscientifico come quello in cui si ritrova l'America dopo l'elezione di Trump, il quale sta attaccando istituzioni e decreti che proteggono l'ambiente a favore di una maggiore produttività delle aziende, è fondamentale far sentire la voce degli scienziati.
Come spiega il manifesto della marcia, "Le persone ritengono che la scienza sia rimasta troppo a lungo in silenzio di fronte a una politica che ignora le prove scientifiche e mette in pericolo sia la vita umana che il futuro del nostro mondo.[...] Restare in silenzio è un lusso che non ci possiamo più permettere".
Caroline Weinberg, co-fondatrice della marcia e avvocato, parla degli obiettivi e dei valori della marcia in un'intervista al The Washington Post.
Secondo Weinberg, l'obiettivo della marcia è quello di interessare le persone sul ruolo della scienza nella società e di premere per l'entrata della scienza nella discussione politica.
"Noi siamo apartitici perché la scienza è apartitica" risponde Weinberg a una domanda su una possibile polarizzazione politica della marcia.
"La scienza ti dà risposte che trascendono i partiti - e questo dovrebbero capirlo tutti".
Secondo la co-fondatrice, la potenza e il successo della marcia si misureranno nella durata dell'impatto che la manifestazione avrà sull'opinione pubblica e politica. "I sostenitori della marcia, coloro che la organizzano, gli scienziati - chiunque sia coinvolto - il loro lavoro non finisce nella notte del 22 aprile".