La piattaforma glaciale Larsen, battezzata così in onore del capitano della baleniera Jason, il norvegese Carl Anton Larsen, è situata nella zona nord occidentale del mare di Weddell (67° 30′ S, 62° 30′ W). Originariamente la piattaforma era costituita dall'insieme di tre piattaforme, identificate dai ricercatori come Larsen-A, Larsen-B e Larsen-C.
La disgregazione delle piattaforme glaciali
Il procedimento di disgregamento della piattaforma glaciale Larsen è stato atipico rispetto alle altre piattaforme, che perdono la loro massa a causa del distacco di grandi masse di ghiaccio dette iceberg, oppure tramite lo scioglimento delle loro superfici.
Mentre nella altre piattaforme la perdita di massa è compensata dal flusso glaciale, che deforma e ricristallizza il ghiaccio alimentando la piattaforma, nel caso della Larsen la velocità e la modalità del disgregamento è unica nel suo genere. Questo però non deve stupire più di tanto, in quanto la situazione generale dei ghiacci antartici è controversa, mentre alcuni iceberg si assottigliano e addirittura si frantumano (come quelli della Larsen) altri si inspessiscono.
La situazione attuale della piattaforma Larsen
Al fine di esplorare il mondo dei ghiacci, con particolare interesse per la situazione antartica, l'agenzia spaziale europea ESA ha lanciato in orbita il satellite Cryosat, che allo stato attuale è impegnato a monitorare l'evoluzione della piattaforma Larsen.
La piattaforma Larsen suscita l'interesse degli studiosi da tanti anni, nel 1995 infatti si è disintegrata la piattaforma Larsen-A, che ricopriva una superficie di 1500 km quadrati e nel marzo 2002 toccò alla Larsen-B, che si disgregò per una porzione di 3250 km quadrati, una superficie pari a quello dello stato di Rhode Island.
Adesso la disgregazione sta interessando la regione del Larsen-C, la più grande dell'area orientale. Lo spessore del Larsen-C come monitorato dal satellite è di 210 metri di media, con 30 metri di superficie emersa.
Il disgregamento del Larsen-C e le sue conseguenze
La frattura provocherà il distaccamento di un iceberg di oltre 5000 km quadrati, una superficie di ghiaccio paragonabile a quella della Liguria, siamo di fronte all'iceberg dei record, il più grande mai registrato nella storia nota del Continente bianco.
Alcuni studi condotti nel 2016 da scienziati della Nasa nell'ambito dell'operazione IceBridge hanno rilevato una spaccatura di circa 110 km, larga 92 metri e profonda più di 500 metri. La conseguenza di tale scoperta era l'ipotesi che sta trovando conferma del disgregamento, infatti allo stato attuale sono solo 5 i km che tengono l'enorme iceberg ormeggiato alla Larsen-C.
La piattaforma Larsen perderà quindi una superficie pari al suo 12 %, in 114 anni si stima che abbia perso il 40% circa della sua dimensione originale (quando fu scoperta). Sulle possibili conseguenze che potrebbero scaturirsi nel caso estremo, ovvero quello della distruzione di ciò che resta della piattaforma, il parere degli oceanografi è controverso, infatti alcuni quantificano in 10 cm il possibile aumento del livello dei mari, mentre altri declinano questa possibilità. Di certo si può affermare che la causa della disgregazione e dello scioglimento dei ghiacci è da attribuire al riscaldamento delle acque oceaniche, causato dal Riscaldamento globale.