Allarme negli Stati Uniti per la fuga di migliaia di salmoni atlantici nelle acque dell'Oceano Pacifico. A causa degli effetti dell'eclissi solare dello scorso 21 agosto, oltre 300 mila esemplari di salmoni atlantici d'allevamento hanno rotto la rete che li conteneva, nei pressi di Cypress Island, non distante dalle isole San Juan, dove in queste ore si starebbero riversando. Gli scienziati e gli ambientalisti sono preoccupati, in quanto i rischi per l'intero ecosistema del Pacifico, e dunque anche per l'uomo, potrebbero essere enormi e molto più seri di quanto possiamo anche soltanto immaginare.

Colpa dell'eclissi?

Secondo le prime informazioni, provenienti dal quotidiano The Guardian, alla base della fuga dei salmoni atlantici ci sarebbe la stessa eclissi solare che, negli Stati Uniti, è stata vissuta come un evento mondiale, tanto che se ne continua a parlare ancora oggi, a distanza di più di 3 giorni dall'avvenimento, nonostante qui in Italia, e in Europa in generale, sia stata vista soltanto attraverso le foto pubblicate su Instagram dagli utenti americani oppure dal sito ufficiale della Nasa, l'agenzia spaziale americana.

L'eclissi solare avrebbe provocato una serie di maree eccezionali, a tal punto da rompere la rete che conteneva i salmoni, liberandoli nell'Oceano Pacifico. Da subito sono stati allertati i pescatori dello stato di Washington, esortati a recuperare quanti più salmoni possibile, in modo da ridurre quelli che potrebbero essere i rischi di un eventuale sopravvivenza nel Pacifico di una specie avversaria rispetto ai salmoni autoctoni.

Cosa potrebbe succedere?

Il rischio concreto è che gli oltre 300 mila salmoni atlantici entrino in competizione con quelli del Pacifico risalendo verso i fiumi. Un'eventuale sopravvivenza dei salmoni d'allevamento comporterebbe danni incalcolabili all'intero ecosistema. Un vero e proprio disastro ambientale, rappresentato dalla comparsa di salmoni ibridi e malattie.

Ingenti sarebbero i danni anche all'economia che si basa sulla pesca dei salmoni.

C'è anche chi ha voluto minimizzare però l'accaduto, prendendo come esempio una mucca da latte in mezzo al Serengeti in Tanzania, dove l'ecosistema è costituito in percentuale maggiore da gnu, zebre e gazzelle. Secondo lo scienziato Rust, la mucca non sopravviverebbe a lungo. Lo stesso ci si augura possa accadere ai salmoni atlantici, che dovrebbero risalire i fiumi e prevalere sui salmoni già presenti. Ma questo non è affatto sicuro, anzi.