La Sardegna è di nuovo in fermento. Indipendenza? No, anche se il tema campeggia su diverse scritte e slogan che compaiono sull'isola. Stavolta ci si ribella alle scorie nucleari, e su questo punto indipendentisti e unionisti sono concordi.

La visita di Galletti e il deposito unico

In agosto, il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, in visita in Sardegna, aveva rassicurato sulla questione inerente l'eventuale installazione di un deposito di scorie nucleari: "Cosa c'è di vero in questo rischio? Proprio nulla". Le sue parole, però, non convinsero nemmeno l'assessora regionale per l'Ambiente, Donatella Spano, la quale ribadì ulteriormente che il deposito sull'isola non si sarebbe mai dovuto fare.

L'Italia deve smaltire 30mila metri cubi di rifiuti radioattivi realizzando un deposito unico ma, ad oggi, la sua ubicazione è stata tenuta decisamente nascosta. In questo frangente, la Sardegna si sente l'indiziata principale, e non a caso. Il procedimento in corso, noto come Valutazione ambientale strategica, si è già chiuso ed è servito ad analizzare, tra le regioni italiane, i rischi legati a fenomeni idrogeologici, vulcanici e sismici che impedirebbero l'introduzione di un deposito per scorie nucleari: in base alle analisi effettuate, proprio l'isola sarda sarebbe stata indicata come la più adatta per accogliere i rifiuti nucleari, e quest'eventualità ha fatto scattare nuovamente l'allarme.

Il deputato Mauro Pili ha denunciato: "Secondo la Sogin, la società incaricata dal ministero di individuare i siti idonei, la zona immune agli ostacoli finirà per essere scelta".

Il fronte dei sindaci e degli ambientalisti

Il procedimento è ancora lungo, ma le associazioni ambientaliste e i sindaci hanno già spedito i loro dossier a Roma.

A Ottana, ex polo industriale nella provincia di Nuoro, si teme che le vecchie fabbriche diventino il sito tanto temuto, e per questo motivo sindaco e abitanti sono pronti ad intervenire. "Ci stenderemo giorno e notte nella zona industriale, dormiremo in campagna, faremo di tutto per impedire che arrivino qui gli scarti di altre regioni.

Noi pretendiamo la bonifica delle nostre vecchie fabbriche, non accettiamo che si ricordino di noi solo per smaltire le scorie", ha affermato il primo cittadino Franco Saba.

Alla stazione di servizio di Abbasanta dicono lo stesso: "Non vogliamo che la nostra isola diventi la pattumiera nucleare d'Italia". Anche il presidente dell'Anci della Sardegna è sulla stessa lunghezza d'onda: "Com'è possibile presentare le osservazioni se non viene detto prima quale sarà la localizzazione dell'impianto?".

La Sardegna votò al 97% nel 2011 contro il nucleare e, secondo la sindaca Manuela Pintus, non solo la regione non potrebbe accogliere anche un deposito di scorie nucleari dopo aver già accettato le basi militari, ma anche il trasporto via mare di questi rifiuti radioattivi sarebbe rischioso per l'incolumità delle riserve naturali e marine locali.