Eliminare le buste dei supermercati e dei negozi non basta per salvare l''Ambiente, dal momento che la maggior parte delle scorie non biodegradabili è costituita dalle bottiglie in plastica. E' un'impresa mastodontica e per alcuni versi difficile, ma potrebbe dare una svolta importante alla ricerca del contenimento dei rifiuti. Da poco tempo ormai è in vigore una nuova legge che obbliga le attività commerciali all'uso dei soli sacchetti biodegradabili, pur se addebitati al consumatore, o ai compostabili per la frutta e verdura; una scelta che ha creato malcontento ma dettata da giuste motivazioni.
Se si pensa a quanti decenni sono necessari per smaltire una bustina di plastica e a quanto possa rappresentare un pericolo per la fauna una volta arrivata in mare, si smette immediatamente di pensare al costo della busta.
Estendere la legge anche alle bottiglie
Qualcuno sta già pensando di raccogliere firme tra la popolazione per allargare il divieto di utilizzo della plastica: le prossime "vittime" potrebbero essere le bottigliette e taniche di plastica adibite al trasporto e alla vendita di bevande. Le firme raccolte fino ad ora sono circa 210 mila e servono per imporre alle aziende produttrici di bevande la sostituzione delle bottiglie in PET. La proposta è di usare un nuovo tipo di plastica, biodegradabile, che andrebbe a sostituire il più rodato e diffuso PET, considerato che nel mondo si commercializza oltre1 milione di bottiglie in plastica al minuto.
Esiste la plastica biodegradabile
Esistono già alcune bottiglie realizzate in PLA, un polimero ricavato grazie alla fermentazione dei carboidrati e amidi delle piante. Il problema non è trovare un sostituto ma le bevande stesse: alcune di esse infatti hanno un alto potere estrattivo, ossia contengono sostanze chimiche che innescano delle reazioni con il contenitore, mentre altre come l'acqua minerale, sia frizzante sia naturale, o le bibite senza alcool, infusi e succhi di frutta filtrati, hanno un basso potere estrattivo.
Per queste ultime si possono impiegare senza rischi le nuove bottiglie biodegradabili e compostabili. L'alto potere estrattivo è proprio degli sciroppi, dei succhi non filtrati o bibite con polpa di frutta, di cioccolato o latte, che hanno un potere estrattivo maggiore ovvero possono provocare la cessione di sostanze dalla plastica che le contiene.
Il PET non ha questa problematica mentre si corre il rischio con la plastica biodegradabile se non si usano particolari accorgimenti. Il PLA si ricava da fonti naturali e rinnovabili, non è sintetizzato dal petrolio ed consente un abbassamento di emissioni di anidride carbonica. Anche il PLA deve essere raccolto e non abbandonato, per essere indirizzato agli impianti di compostaggio che lo smaltiscono in poco tempo.