Le isole Eolie formano un arcipelago molto interessante sia per chi vi giunge come turista, ammirando le peculiarità e le attrattive della zona, sia per chi studia la parte emersa e quella sott'acqua. L'arcipelago è situato all'interno della provincia di Messina (Sicilia) ed è composto da sette isole attorniate da innumerevoli scogli più o meno grandi. Due di queste isole, Stromboli e Vulcano, sono ancora dei vulcani attivi e pertanto sono monitorati costantemente dagli esperti.

Ultimamente, però, l'isola di panarea ha suscitato particolare interesse tra gli esperti che si occupano di vulcani.

Di fatto l'isola riguarda una porzione emersa in seguito ad un'attività vulcanica ancora attiva, dove l'ultima eruzione subaerea importante si è avuta circa 9.000 anni fa. Nel 2002 però, una particolare attività geologica ha fatto si che venissero puntati gli occhi su quest'area del Mediterraneo, dove aveva avuto luogo una fuoriuscita di fluidi e bolle di gas. Oggi, attraverso vari strumenti di diagnosi, si è scoperto il perché di quest'attività.

La scoperta

Nelle acque poco profonde tra Panarea e un suo scoglio di grandi porzioni, chiamato isola di Basiluzzo, esiste un sistema idrotermale unico nel Mediterraneo, sia per la complessità sia per l’estensione. Questa zona, particolarmente interessante per i vulcanologi, prende il nome di terra fumante, o smoking land.

Questo nome deriva dal fatto che il fazzoletto di terra sottomarino in questione è costituito da circa 200 camini vulcanici. Questi sono stati scoperti da Ispra, Cnr, Ingv, Marina militare e in collaborazione con l'Università di Genova e Messina. Questa Scoperta assume particolare importanza in quanto adesso gli esperti possiedono delle nuove informazioni che riguardano le caratteristiche geochimiche, minerali e biologiche dei fondali del Mediterraneo.

Il sistema idrotermale sembra essere costituito da diverse decine di strutture a forma di cono, originate sia da particelle di ferro ossidate, che fuoriescono dalle fessure termali, che dall'attività data da particolari microbi. Questi camini vulcanici sono caratterizzati da altezze che vanno dal singolo metro fino ai quattro e hanno una base con un diametro medio di quattro metri circa: emettono gas acidi, in particolare anidride carbonica.

La scoperta è stata effettuata dallo scomparso oceanografo Giovanni Bartoluzzi in seguito a delle ricerche che nel 2002 lo portarono ad indagare sul perché di quelle attività esalative e improvvise. Fu così che si venne alla conoscenza di un sistema chi fino ad allora si pensava fosse circoscritto soltanto nelle zone oceaniche.

Dagli studi effettuati si è stabilito che le fuoriuscite idrotermali che giungo al fondale marino partono dal sottosuolo ed attraverso la circolazione marina risale passando attraverso delle fratture presenti nella crosta terrestre. Secondo il direttore dell'INGV di Palermo è presumibile che eventi simili a quelli del 2002 possano ripresentarsi nuovamente. Dunque potrebbe anche diventare di vitale importanza comprendere cosa stia succedendo sotto l'isola di Panarea e l'isolotto di Basiluzzo.