Come ogni anno, in questo periodo della stagione, arrivano segnalazioni da ogni parte d'Italia di 'misteriosi esseri blu' che tappezzano massicciamente le nostre coste. Come spesso accade, chi non riconosce la vera natura di questi organismi e magari ci si imbatte per la prima volta, ne rimane turbato, non capendone l'origine. Specie aliene? Esperimenti genetici? Bestie pericolose? Una delle tante conseguenze dell'inquinamento? No, niente di tutto ciò, si tratta di piccoli invertebrati planctonici strettamente imparentati con le meduse.

La specie in questione si chiama Velella velella

La specie in questione si chiama Velella velella ed è un Idrozoo coloniale, quindi non si tratta di un singolo organismo, ma di una colonia di polipi altamente specializzati aventi diverse funzioni: ci sono polipi adibiti alla nutrizione della colonia (gastrozoidi), altri alla riproduzione (gonozoidi), altri che contribuiscono alla sua difesa (dattilozoidi), altri ancora fungono da 'galleggiante' (o pneumatofora). Un adattamento riscontrabile anche in altri animali, tra cui la più celebre e decisamente più pericolosa 'Caravella portoghese' (Physalia physalis).

Ma come vivono?

Peculiarmente, le colonie galleggiano tenendo l'elegante vela rivolta sopra la superficie dell'acqua, assumendo l'aspetto di una piccola imbarcazione, tanto da essere comunemente chiamate 'Barchetta di San Pietro', 'Barchetta di San Giovanni' o, nel poetico corrispettivo anglosassone, 'By the wind sailor'.

Parente delle meduse (sia gli Idrozoi che le meduse propriamente dette, cioè gli Scifozoi, appartengono al phylum Cnidaria), fa parte del plancton, cioè quell'insieme di organismi animali o vegetali di dimensioni variabili accomunati dall'incapacità di saper nuotare contrastando correnti o onde, venendo quindi trasportati perlopiù passivamente.

Questo modus vivendi può rappresentare un notevole svantaggio, tanto da rappresentare una delle più frequenti cause di morte di questi animali: in primavera, periodo di loro massima proliferazione, è infatti possibile rinvenirne a centinaia, se non migliaia, spiaggiate lungo le nostre coste. Dipendendo interamente dagli eventi meteomarini, basta una forte mareggiata per portarne a riva un gran quantitativo che, inevitabilmente, sarà condannato a morte.

Si tratta tuttavia di un evento assolutamente naturale e periodico che si ripete ogni anno, sebbene non sempre sugli stessi litorali.

E' importante aggiungere che non ci deve essere alcun allarmismo per l'essere umano: essendo molto poco urticanti, sono innocue per noi. Da un punto di vista umano, l'unico inconveniente che possono causare è lo sgradevole odore che la loro decomposizione può comportare.