Ad aprile di quest'anno, il livello medio mensile di anidride carbonica ha superato abbondantemente e in maniera sistematica le 410 ppm (parti per milione). A riportarlo è l'Osservatorio di Manua Loa, alle Hawaii. Già da aprile 2017, il livello di CO2 nell'aria aveva visto un picco che ha toccato le 410 ppm, con una media mensile (secondo l'organizzazione mondiale della meterologia) di circa 403 ppm. Il continuo consumo di combustibili fossili ha causato, già dallo scorso anno, un aumento delle emissioni di anidride carbonica nell'aria. Dai dati ottenuti nel 2016, da alcuni scienziati tedeschi, l'aumento annuale stimato è di circa 2-2,5 ppm.

Stima abbondantemente superata dalla realtà nell'ultimo anno solare.

Lo smantellamento delle politiche "verdi" di Obama da parte di Trump porterà ad ulteriori emissioni di CO2 nell'atmosfera da parte degli Stati Uniti, già seconda potenza inquinante mondiale, dopo la Cina. L'UE ha diminuito le emissioni di anidride carbonica negli ultimi anni, ma lo sforzo risulta inutile di fronte alle azioni inquinanti del duo USA-Cina. Gli effetti sugli esseri umani sono sconosciuti: nella storia recente, l'uomo non ha mai respirato un'aria così satura di anidride carbonica. Sicuramente saranno più frequenti le malattie respiratorie e la presenza di vettori di infezioni come zanzare e zecche.

Gli effetti della CO2

L'anidride carbonica, insieme ad altri gas serra, come metano e ossido di azoto, è responsabile del riscaldamento globale. A causa dei gas serra, il clima terrestre, dal 1800 ad oggi, ha subito e subisce numerosi cambiamenti. L'aumento delle temperature è la causa dello scioglimento dei ghiacciai e dell'innalzamento del livello del mare e può amplificare gli impatti degli uragani con forti piogge e tempeste più potenti.

A causa del continuo abuso di combustibili fossili e conseguente emissione di anidride carbonica, inoltre, le acque degli oceani sono diventate del 30% più acide, causando non pochi problemi alla fauna.

Ci sono speranze per un futuro migliore?

Per fortuna, le fonti rinnovabili (solare e idrico, principalmente) sono in rapida crescita in tutto il mondo.

Secondo un rapporto World Energy Outlook dell'Agenzia internazionale dell'energia, nel 2040, metà dell'energia elettrica sarà prodotta da fonti meno inquinanti di quelle attuali. Inoltre, sempre nel 2040, l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili sarà pari alla quantità oggi prodotta dalle centrali a combustibile in Cina, UE e USA. Un grande passo in avanti, ma la strada è lunga e piena di insidie.