Molte specie esotiche comunemente commercializzate sono da anni diventate una seria minaccia per la biodiversità locale nel nostro Paese. Ecco perché i provvedimenti adottati dall’Europa e dall’Italia diventano sempre più restrittivi: entro il 13 agosto 2018 tutti i detentori delle tartarughe d’acqua Trachemys scripta dovranno denunciarne il possesso, come previsto dal D.Lgs n° 230 del 15 dicembre 2017, entrato in vigore il 14 febbraio di quest’anno.
Trachemys scripta tra le specie invasive più pericolose
33 su 49 delle specie invasive più pericolose presenti nell’elenco stilato dall’Europa sono presenti in Italia: tra queste svariate piante, nutrie, gamberi rossi della Louisiana e le tanto amate tartarughe d’acqua dolce che ogni anno migliaia di bambini ricevono in dono, le Trachemys scripta.
Questa specie è stata inserita nell'elenco delle 100 tra le specie esotiche invasive più dannose al mondo del Global invasive species database e nell’elenco delle specie invasive animali e vegetali di rilevanza unionale pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea in applicazione del regolamento (UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo.
Voraci, onnivore, senza particolari esigenza di habitat (se non la presenza d'acqua dolce, s'intende), le T. scripta sono temibili predatrici di anfibi, pesci, insetti e uova, si adattano bene al nostro clima, competono con le specie locali e proliferano anche in natura causando un serio impatto negativo sulla biodiversità. Ad oggi il problema principale è dovuto ai rilasci intenzionali di migliaia di esemplari adulti nei corsi d’acqua, da parte dei cittadini.
La nuova legislazione in Italia: obbligo di denuncia
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 30 gennaio 2018 ed entrato in vigore il 14 febbraio, il nuovo Decreto legislativo stabilisce le norme volte a prevenire e ridurre gli effetti negativi sulla biodiversità causati dalle specie esotiche invasive.
Non sarà più possibile importare, commercializzare o regalare le tartarughe né tantomeno far riprodurre una qualsiasi delle sottospecie di Trachemys scripta (le più diffuse in Italia sono Trachemys scripta elegans; Trachemys scripta scripta; Trachemys scripta troostii).
Le multe, molto salate, andrebbero dai 1.000 ai 50.000 euro.
Se si è già in possesso di uno o più esemplari, sarà comunque possibile continuare a detenerli come animali da compagnia, a condizione di denunciarne il possesso e custodirli in modo da evitarne la fuga nell’Ambiente naturale.
La denuncia potrà essere effettuata attraverso un modulo apposito da inoltrare al Ministero dell’Ambiente tramite PEC (pnm-II@ pec.minambiente.it), fax (al numero: 06-57223468) o raccomandata con ricevuta di ritorno a: Ministero dell’Ambiente, Direzione Protezione Natura, Divisione II, Via Cristoforo Colombo n. 44 – 00147 – Roma.