Il rapporto dell'Onu sul clima è stato respinto dall'Australia, che è favorevole all'uso del carbone come fonte primaria e poco costosa di energia. Questa la posizione del governo conservatore di Canberra, appoggiato dall'industria mineraria australiana di fronte al rapporto dell'Onu in materia di salvaguardia dell'Ambiente e controllo delle emissioni di anidride carbonica. Il Comitato dell'Onu per il clima, l'IPCC, sta chiedendo a tutti i Paesi mondiali di smantellare a poco a poco le centrali a carbone entro la metà del secolo, lasciando inutilizzate la maggior parte delle riserve del combustibile fossile per evitare un aumento catastrofico del riscaldamento globale.
I maggiori esperti del settore hanno spiegato che l'aumento medio della temperatura potrebbe essere contenuto entro gli 1,5 °C sopra livelli pre-industriali, solo se ci fosse una trasformazione globale di tutti settori dell'economia.
Il no dell'Australia al rapporto dell'Ipcc
L'Australia - con le dichiarazioni del primo ministro, Scott Morrison - ha risposto negativamente al rapporto dell'Onu, difendendo quindi le compagnie minerarie nazionali ed affermando che la priorità del governo australiano è quella di contenere i costi dell'elettricità per aziende e privati. Secondo il governo, come sottolinea la ministra dell'Ambiente Price, il rapporto Onu non è prescrittivo, ma solo informativo. In ogni caso l'Australia ha già preso un impegno nella Conferenza per il clima di Parigi e dovrà ridurre le emissioni rispetto al 2005 del 28% circa entro il 2030.
Il Paese è il più grande esportatore mondiale di carbone e i maggiori i gruppi industriali ad esso legati, tra cui il Queensland Resource Council, rifiutano di chiudere in futuro il settore carbonifero. A loro parere, il carbone australiano vanterebbe emissioni relativamente basse. "Vi è un ruolo per carbone australiano di alta qualità ed è compatibile con gli obiettivi di Parigi di riduzione delle emissioni", ha affermato il Ceo del gruppo, MacFarlane, ricordando come tutta l'economia australiana dipenda dal carbone.
Secondo il gruppo Minerals Council of New South Wales, il carbone ha un futuro roseo, dato dalla grande domanda dei mercati esteri, soprattutto asiatici, che lo utilizzano come fonte per le centrali termoelettriche.
Il governo conservatore criticato da laburisti e verdi
Sono partite immediatamente le critiche di laburisti e verdi che hanno dichiarato che l'inerzia del governo nell'affrontare il cambiamento climatico sarà una questione di primo piano, in vista delle elezioni generali del prossimo anno.
Secondo Penny Wong, portavoce laburista per l'Ambiente, non si riuscirà neanche a raggiungere l'obiettivo prefissato a Parigi e l'inquinamento potrà solo peggiorare. Il suo partito si impegna a ridurre le emissioni del 45% rispetto al 2005 e ad aumentare di tre volte la quota di energia rinnovabile entro il 2030. Il portavoce dei verdi, Adam Bandt, afferma che il rapporto dell'IPCC mostra che è il momento di "premere il pulsante di emergenza". A suo parere, inoltre, nessuno compie le azioni necessarie a causa del business.