Sono occorse circa 3 settimane di esplorazione per conoscere appieno il misterioso Blue Hole del Belize. Il Blue Hole è una grotta sottomarina di enormi dimensioni, letteralmente un "buco" all'interno della roccia profondo centinaia di metri. A portare avanti la ricerca è stata principalmente la compagnia "Aquatica Submarines" di Vancouver. Con i dati ottenuti è stata quindi creata una mappa sonar 3D di quel luogo remoto considerato uno dei più grandi siti di immersione subacquea nel mondo.
Lo studio dell'enigmatico Blue Hole
Nell'arco di ben 20 immersioni, il sommergibile Stingray 500 della compagnia "Aquatica Submarines" di Vancouver ha esplorato con estrema accuratezza e per la prima volta il profondissimo Blue Hole del Belize (ben 124 metri di profondità).
Alla ricerca hanno partecipato molte personalità, sia scientifiche, sia dell'ambito finanziario, come Sir Richard Branson, fondatore del gruppo Virgin, e Fabien Costeau, nipote di Jacques-Yves Costeau, pioniere negli studi sul mare e sulla conservazione oceanica.
Il Blue Hole è un sito caricatosi nel tempo di miti e leggende, per via della sua unicità. Essendo molto più profondo della zona di mare circostante, è stato una calamita per una miriade di forme di vita e grandi creature sottomarine assenti invece nelle zone adiacenti. All'interno della voragine, si è scoperta inoltre l'esistenza di un complesso sistema di grotte formatosi "all'asciutto", quando il mare non aveva ancora coperto il sito.
All'interno, per questa ragione, sono ancora visibili antiche stalattiti giganti, lastre di pietra e colonne.
Le tristi rivelazioni dell'oceano
Branson e compagni si aspettavano di trovare meraviglie e animali oceanici, e invece, con triste sorpresa, hanno scoperto soprattutto bottiglie di plastica e i segni evidenti dei cambiamenti climatici.
"I mitici mostri delle profondità? Bene, i veri mostri che oggi vivono negli oceani sono il cambiamento climatico e la plastica", ha scritto l'uomo in una nota. "Purtroppo ci sono moltissime bottiglie di plastica sul fondo della grotta. [...] Questa è stata una delle prove più evidenti dell'inquinamento e del cambiamento climatico che abbia mai visto. Abbiamo quindi cercato di attraversare uno spesso strato di acido solfidrico formatosi da secoli.
Era estremamente inquietante. Non ci aspettavamo di vedere nessuna creatura qui sotto. Ma quando siamo arrivati sul fondo abbiamo scorto granchi, conchiglie e altre creature morte. Forse sono cadute nella voragine nel corso del tempo e, una volta finito l'ossigeno, devono essere morte".
Oltre ad elaborare la mappa sonar 3D del Blue Hole, il team ha raccolto anche informazioni sulla qualità dell'acqua e sui livelli di ossigeno. La spedizione aveva anche lo scopo di pubblicizzare la missione di Ocean Unite: promuovere cioè la consapevolezza della conservazione ambientale e proteggere almeno il 30% degli oceani del mondo entro il 2030.