Nelle ultime ore, Elizabeth Maruma Mrema, responsabile ad interim della convenzione delle Nazioni Unite sulla biodiversità ha lanciato a livello mondiale una campagna di sensibilizzazione per chiedere di sospendere le attività dei cosiddetti mercati bagnati, i wet market. In questi mercati - definiti wet market poiché il sangue scorre a fiumi – gli animali vivi vengono macellati sul posto senza particolari norme igieniche.

I 'mercati bagnati' sono diffusi in molte aree del pianeta e si concentrano maggiormente nella zona asiatica. Le carni di animali che provengono da foreste e aree selvatiche macellate vive fanno parte della tradizione di molti paesi e sono considerate gustose prelibatezze culinarie o ingredienti necessari per la medicina tradizionale: in alcuni casi, specie per le popolazioni che vivono ai margini delle foreste, la carne degli animali selvaggi (bush meat) rappresenta l’unica forma di sostentamento possibile.

Il fenomeno appare dunque complesso da affrontare.

Focolai per le epidemie

Sarebbe proprio in uno di questi wet market, a Wuhan in Cina, che si sarebbe concretizzato lo spillover (il passaggio da animale a uomo) che ha scatenato la pandemia da Covid-19. Secondo gli scienziati, il virus si sarebbe inizialmente sviluppato nei pipistrelli per poi passare ad altri animali (come il pangolino) fino a diventare letale anche per l’uomo. Diversi studi scientifici, tra l’altro, segnalano che 6 malattie infettive su 10 che riguardano l’uomo sono state diffuse dal contatto con gli animali. Senza l’azione invasiva dell’uomo che è causa in vaste aree della Terra della perdita di biodiversità, di deforestazioni, di acidificazione degli oceani, di emissioni climalteranti, molte patologie virali resterebbero inoltre confinate nelle aree di origine autoregolate dalla natura stessa.

I mercati bagnati, dove gli animali senza particolare cura vengono macellati con le rispettive carcasse ammassate ovunque, rappresentano dunque anche per il futuro dei possibili focolai per nuove pandemie.

L’emergenza Coronavirus, pertanto, dovrebbe suscitare una riflessione globale sulle gravissime conseguenze della distruzione degli habitat naturali e sulle pesanti ricadute sulla qualità della vita di tutti gli abitanti del pianeta.

La Cina valuta lo stop alla vendita di animali vivi

Le autorità cinesi stanno così valutando di vietare il commercio di animali selvatici. Già nei prossimi mesi potrebbe essere approvata una legge per bloccare la macellazione e la vendita di animali selvatici. Nel 2013, a seguito dell’epidemia di SARS, in Cina era stato imposto il divieto di vendita di specie esotiche, divieto poi cancellato al termine dell’emergenza sanitaria. Con questa nuova normativa, il bando alla macellazione e vendita di animali vivi potrebbe invece prolungarsi anche per un decennio.