Ieri 3 ottobre 2020 il Mose di Venezia si è alzato per la prima volta contro l'alta marea della laguna. Sono passati diciassette anni dall'inizio dei lavori nel 2003, ecco che finalmente il sistema di paratie creato per proteggere Venezia dalle maree e dall'acqua alta che minacciano da tempo l'integrità di quella che è universalmente considerata una delle città più belle in Italia e nel mondo è stato attivato. Ieri di fatti era prevista la prima acqua alta della stagione, circa 130 centimetri. Per la controversa e tanto criticata opera di protezione si tratta della prima applicazione vera.

Il provveditore Zincone: "Il test è andato bene".

Cos'è il Mose di Venezia

L'idea di proteggere Venezia dall'acqua della laguna nacque nel 1966, dopo la disastrosa alluvione che portò il livello dell'acqua in città a quasi due metri causando danni per milioni: quasi quarant'anni dopo il progetto delle strutture difensive venne approvato; correva l'anno 2003 e il Comitato nazionale richiesto dal Ministero e dal Consiglio per i Lavori Pubblici diede il suo assenso al progetto di cui il Mose è la punta di diamante, ma non l'unico componente. Contemporaneamente infatti vennero avviate anche opere di bonifica e ricostruzione di ambienti lagunari inquinati e in stato di degrado, ma necessari per l'equilibrio dell'intero sistema della laguna.

Le paratie cave che compongono l'intero sistema del Mose verranno quindi portate a galleggiamento in caso di maltempo: grazie ad un sistema di pompaggio dell'aria creeranno una diga galleggiante che dovrebbe isolare Venezia dalle maree lagunari.

L'inchiesta per corruzione del Consorzio Venezia Nuova

Il Mose di Venezia è un'opera pubblica tra le più discusse mai realizzate in Italia.

Oltre alle numerose critiche da parte di associazioni civiche ed ambientaliste riguardo i costi di realizzazione e l'impatto ambientale, ritenute spropositate rispetto a soluzioni utilizzate in altre nazioni per combattere l'acqua alta, come ad esempio nei Paesi Bassi, la storia della sua realizzazione è stata costellata da polemiche e controversie a livello legale e giudiziario.

L'opera è infatti balzata alla ribalta della cronaca nel 2013 e nel 2014 a seguito di due separate inchieste della Guardia di Finanza per frode fiscale e per tangenti e finanziamenti illeciti che hanno coinvolto il Consorzio Venezia Nuova, responsabile della realizzazione, e l'ex presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan (Forza Italia), beneficiario di presunti fondi illeciti per accelerare la realizzazione del Mose. Galan fu arrestato in quello stesso 2014 e condannato in primo grado nel 2017 per corruzione.

La prima attivazione del Mose questa mattina

Questo 3 ottobre ha visto dunque la prima vera attivazione del Mose in condizioni di maltempo: le paratie hanno iniziato ad essere messe in funzione attorno alle 8 del mattino e hanno completato il gonfiaggio in poco più di un'ora.

Tutta la navigazione nell'area interessata era già stata sospesa fin dalle 7 del mattino.

Il test sembra avere portato risultati positivi. La marea non è arrivata se non in forma molto attenuata in Piazza San Marco, il luogo più iconico della città: il livello dell'acqua nel porto è stato misurato a circa trenta-quaranta centimetri al di sotto di quanto previsto.

I test proseguiranno per quel che rimane del 2020 e dall'anno prossimo il Mose dovrebbe quindi poter entrare finalmente in funzione a tutti gli effetti.