Nonostante l'app Immuni sia disponibile al pubblico già da diversi mesi governo e Ministero della Salute sono ancora impegnati a sensibilizzare gli italiani all'utilizzo di uno strumento che, nel piano anti-Coronavirus, dovrebbe essere uno dei più efficaci nel tracciare chi è entrato in contatto con almeno un positivo e quindi per tenere sotto controllo la diffusione del contagio. Questa settimana è stata raggiunta, secondo l'aggiornamento sui numeri del Ministero della Salute, la cifra di 8 milioni e centomila download, un aumento di un milione e 400mila solo negli ultimi sette giorni.
Immuni sarebbe ad oggi presente sul 21% degli smartphone esistenti in Italia.
Cos'è Immuni e come funziona
Immuni è l'app ufficiale del Ministero della Salute pensata per tenere sotto controllo la diffusione del covid-19, sviluppata dalla società milanese Bending Spoons e disponibile gratuitamente su tutti gli store digitali. Una volta installata su smartphone non serve fare null'altro; l'app infatti lavora in background (serve però avere attivato il Bluetooth) e registra i codici degli altri dispositivi dotati dell'app con cui entra in contatto, dal collega di lavoro al passeggero del sedile accanto sul treno.
Ministero e sviluppatori hanno ribadito a più riprese che i codici che l'app crea per ogni telefono sono completamente casuali e non permettono in alcun modo di risalire all'identità di chi l'ha scaricata.
L'utente è invitato soltanto a controllare ogni giorno che l'app funzioni correttamente (e che quindi compaia la scritta blu “servizio attivo” aprendo l'app) e ad attivarsi contattando l'asl o il proprio medico solo in caso di tampone positivo o se dovesse ricevere una notifica dall'app stessa di essere entrato in contatto con un positivo.
Cosa fare in caso di positività
La prima cosa da precisare è che tutto il processo è completamente volontario; non esistono multe o sanzioni per chi non scarica l'app o per chi non la utilizza per comunicare un'eventuale positività.
In caso di tampone positivo è sufficiente entrare nel menù “Impostazioni” e da lì nella sezione “Segnala positività”; l'app mostrerà un codice monouso che deve essere convalidato dall'operatore sanitario che ha eseguito il tampone.
Una volta conclusa l'operazione Immuni invierà una notifica a tutti gli smartphone che ha registrato nei giorni precedenti.
E se ci si trovasse nei panni di chi riceve la notifica? Anche qui il procedimento è volontario e si viene invitati dall'app a contattare il proprio medico, che valuterà se richiedere un tampone e predisporre un periodo di isolamento.
La diffusione di Immuni
La app Immuni è stata fin da subito bersaglio di numerose critiche, a partire da quelle di chi era preoccupato che si trasformasse in un sistema per tenere sotto controllo i cittadini con la scusa di combattere la pandemia. Critiche che il sistema è riuscito a scrollarsi di dosso dopo che è stato pubblicato il codice sorgente, ossia la programmazione dell'app, che ha permesso di verificare che non ha altri utilizzi oltre a quelli dichiarati.
Da ricordare anche la polemica sulle prime immagini che accompagnavano l'app, considerate sessiste, che hanno ritardato di alcuni giorni la pubblicazione ufficiale.
Il recente aumento di contagi e la forte campagna di sensibilizzazione sollecitata dal governo sembra però che stiano convincendo sempre più italiani a scaricare l'applicazione, la quale sta registrando settimana dopo settimana nuovi record di download: solo nell'ultima settimana è stata scaricata da circa 1,4 milioni di italiani, portando a circa 8 milioni il numero di cittadini che l'hanno installata.