Nel 2019 sedici giovani attivisti hanno presentato un caso al Comitato per i Diritti dei Bambini delle Nazioni Unite che vedeva l'inquinamento e il danneggiamento dell'Ambiente come un crimine verso i più giovani, che si trovano a crescere in un ambiente sempre più oppresso.

È di oggi la decisione che l'Onu, pur accettando alcuni dei punti sollevati dal gruppo di ambientalisti, ha deciso che il caso deve essere discusso dai tribunali dei singoli paesi che sono stati accusati di questo crimine. Il problema, così com'è stato spiegato dagli esperti di diritto, è che questo percorso giuridico potrebbe impiegarci anni, e ciò senza contare che tutto potrebbe concludersi in un nulla di fatto.

Le reazioni degli attivisti

Noi faremo sentire ancora le nostri voci, se non altro, questo ci ha fatto arrabbiare ancora di più e reso più pronti a fare sentire le nostre voci. Quindi non ci fermeremo, ma è definitivamente un punto di riferimento per mostrare quanta pressione dobbiamo mettere e quanto dobbiamo spingere".

Questa è stata la risposta dell'attivista Greta Thunberg, oggi nota a livello globale per i suoi discorsi e le sue iniziative per informare le persone e combattere il riscaldamento globale, rispetto alla storica decisione delle Nazioni Unite.

“Il Comitato per i Diritti dei Bambini non ha sentito l'ultima dai firmatari" ha dichiarato Ayakha Melithafa, l'attivista di diciannove anni che viene da Città del Capo e che, da figlia di una contadina, conosce le difficoltà che si sono incontrate nel suo paese a causa della recente penuria d'acqua.

“Siamo sulla strada sbagliata e i nostri leader politici devono cambiare immediatamente percorso" ha spiegato l'attivista sudafricana. “I giovani non dovrebbero avere bisogno di portare [i capi di stato] in tribunale per far rendere loro conto delle promesse fatte".

Gli attivisti e la Cop26 di Edimburgo

Stando a quanto riportato dal Guardian, la decisione presa dall'Onu diventa ancora più importante nell'ottica del Cop26, la 26a Conferenza della Parti dell'UNFCCC che si terrà a Glasgow tra il 31 ottobre e il 12 novembre di quest'anno.

Sia Greta Thunberg che Ayakha Melithafa hanno concordato su quanto la Cop26 possa essere importante per quei giovani che vogliono far sentire la propria voce e il proprio peso nella questione dei problemi ambientali che affliggono il nostro pianeta mettendo in pericolo i suoi abitanti.

“E quindi ecco perché al Cop ci saranno così tanti bambini e questi attivisti che faranno pressione sui nostri leader...

perché tanti di noi sono arrabbiati e ne hanno avuto abbastanza di quello che sta succedendo" ha spiegato Thunberg che due settimane fa ha dichiarato come, secondo lei, il Cop26 "non porterà a nessun grande cambiamento, motivo per cui dobbiamo continuare a fare pressione".

Melithafa concorda con lei nel dire che la Cop26 sarà una grande occasione per gli attivisti per “sottolineare l'urgenza della crisi climatica e di quanto noi abbiamo bisogno di un'azione rapida subito". La discussione riguardo la giustezza del verdetto del Comitato per i Diritti dei Bambini coinvolge anche Scott Gilmore, l'avvocato che ha seguito il caso per i 16 attivisti, e un rappresentante del comitato.

Il problema degli attivisti secondo Gilmore

Nonostante Gilmore, avvocato per i diritti umani, abbia ammesso come il caso abbia permesso di chiarire alcuni aspetti legali, l'avvocato ha anche etichettato il verdetto come una “una profonda diserzione del dovere della commissione."

“Fare quello che il Comitato ha detto che questi bambini hanno bisogno di fare – esaurire i rimedi domestici – significa sprecare anni a parlare di queste cose, con appelli, fronteggiando la possibilità di venire osteggiati fino a che non si ritornerà all'UN e si porterà lo stesso caso che è stato aperto nel 2019” ha dichiarato l'avvocato dello studio Hausfeld. “Solo che questa volte la prova sarà ancora peggiore, le minacce saranno anche più grandi e i fallimenti degli stati a compiere azioni sufficienti saranno ancora maggiori”.

Il caso degli attivisti secondo il Comitato

Il Comitato per i Diritti dei Bambini ha dichiarato che il verdetto da loro enunciato ha fatto progredire le leggi internazionali riguardanti la giurisdizione extra-territoriale, oltre a "mantenere la porta aperta" - secondo quanto riportato dal Guardian - per risolvere altre questioni climatiche in futuro.

Un rappresentante del Comitato ha spiegato che questo "deve soddisfare regole prestabilite incluso il fatto che un denunciante deve prima 'esaurire i rimedi domestici', ovvero portare il suo caso nelle corti che sottostanno alla giurisdizione nazionale".

“In questo il Comitato ha tenuto cinque udienze orali con i rappresentanti legali dei bambini, i rappresentanti degli stati e intervenienti di terze parti tra maggio e settembre 2021.

Hanno anche ascoltato direttamente i bambini. Durante queste udienze è stato chiaramente dimostrato che c'erano rimedi giuridici disponibili per i bambini, inclusi quelli non nazionali, per affrontare il cambiamento climatico".

“In futuro questi o altri bambini, supportati dai loro rappresentanti legali avranno già cercato rimedi a livello domestico, o se potranno mostrare tentativi di esaurire i rimedi domestici, allora questo loro caso potrebbe essere dichiarato ammissibile. Il comitato continuerà ad affrontare il problema del cambiamento climatico e supportare i diritti dell'infanzia usando vari possibili strumenti”.

Nel frattempo, in una recente intervista con l'attrice e attivista Emma Watson, anche l'attivista, regista, scrittore ed ex-Vice Presidente Al Gore ha ricordato quanto sia importante che i bambini e le generazioni più giovani condividano il loro dissenso e spingano gli adulti a prendersi le loro responsabilità per risolvere il cambiamento climatico e le altre tragedie legate al deterioramento dell'emergenza ambientale.