Un leak che rivela come alcuni Paesi starebbero attuando opere di lobbyng per 'snellire' il report sul clima da presentare all'imminente Cop26 (la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021). Lo rivela uno scoop della BBC pubblicato nella mattinata del 21 ottobre sul sito. Secondo quanto si legge nell'articolo i principali, ma non unici, responsabili di queste pressioni sarebbero Arabia Saudita, Giappone e Australia.

Scrive la BBC: "La fuga di notizie rivela che l'Arabia Saudita, il Giappone e l'Australia sono tra i paesi che chiedono all'ONU di minimizzare la necessità di allontanarsi rapidamente dai combustibili fossili."

I documenti mostrerebbero come gli stati benestanti non vorrebbero passare alle fonti rinnovabili e a "teconologie verdi" perché questo significherebbe "pagare di più gli stati più poveri".

Inoltre quanto denunciato dalla BBC va anche a mettere la Cop26 che si svolgerà dal 31 Ottobre al 12 Novembre sotto una nuova luce, e non è una confortante. Attivisti e ambientalisti avevano già criticato l'evento chiedendo soluzioni diverse per il cambiamento climatico.

I documenti leakati consistono in 32.000 osservazioni dagli stati membri, di aziende e terze parti che sarebbero state sottoposte al team di scienziati incaricati dall'Onu di compilare il rapporto sulla situazione della crisi climatica che viene realizzato dalle Nazioni Unite una volta ogni sei o sette anni. Specifica la BBC: "I commenti dei governi che la BBC ha letto sono nella stragrande maggioranza concepiti per essere costruttivi e per migliorare la qualità del rapporto finale" che sottolinea come i documenti siano stati passati loro da Greenpeace UK e al suo team di giornalisti investigativi, Unearthed.

Cambiamento climatico e interessi economici

Una delle cose che emerge con maggior chiarezza da questo leak è che membri di vari governi e privati starebbero cercando di rallentare l'abbandono dei combustibili fossili.

Si legge come un consigliere di quello che potremmo definire il ministero dell'Energia saudita avrebbe chiesto che "frasi come 'il bisogno di un'urgente e accelerata mitigazione su tutte le scale…' dovrebbe essere eliminata dal rapporto."

Un membro del governo australiano avrebbe rifiutato le conclusioni degli scienziati riguardo la necessaria chiusura degli impianti a base carbonifera, nonostante il fatto che smettere di usare il carbone sia uno dei principali obiettivi della COP26.

Nei leak viene fuori come uno scienziato vicino al governo indiano, membro del Central Institute of Mining and Fuel Research, arriva a mettere in guardia sulle possibili "tremende sfide" del passare all'energie rinnovabili e di riuscire contestualmente a fornire elettricità al paese.

La BBC spiega come tra le nazioni che maggiormente si oppongano all'utilizzo delle rinnovabili siano Cina, Arabia Saudita, Giappone e Australia, quattro tra i più grandi produttori ed esportatori di carbone, mentre l'Arabia Saudita è anche uno dei più grandi produttori mondiali di petrolio.

Il consumo di carne e il cambiamento climatico

Le maggiori critiche al rapporto non vengono solo dai paesi produttori ed esportatori di carbonfossili, in quanto nel report starebbe anche scritto come diminuire il consumo di carne sarebbe necessario per diminuire la produzioe di gas serra.

Spiega la BBC come contro questa parte del report si siano schierati Brasile e Argentina, due dei più grandi produttori di carne di manzo e di mangimi per bovini.

Nel report si legge come "una dieta a base di vegetali può ridurre le emissioni di gas serra fino al 50% comparato alle emissioni medie della diete intensiva occidentale". Parte osteggiata dal Brasile. l'Argentina invece avrebbe chiesto di eliminare dal rapporto le parti in cui si parla di "tasse sulla carne rossa" o i riferimenti alla "campagna internazionale Meatless Monday che invita le persona a rinunciare alla carne per un giorno", proprio per vagliare i benefici sull'impatto ambientale.

Il Brasile avrebbe inoltre richiesto la rimozione di riferimenti al 'supporto del governo brasiliano a sostegno della grave deforestazione che sta avvenendo nel paese'.

I soldi mancanti per supportare la lotta al cambimento climatico

Spiega la Bbc come Svizzera e l'Australia avrebbero chiesto un intervento di cancellazione riguardo quella parte del report che ricorda come gli stati più ricchi dovrebbero aiutare economicamente quelli più poveri nello sviluppo di una tecnologia green che aiuti a combattere la crisi climatica.

Si tratterebbe di una promessa che risale alla conferenza di Copnhagen del 2009 in occasione della quale fu concordato che le nazioni benestanti avrebbero donato circa 100 miliardi di dollari l'anno per aiutare le nazioni più povere a sviluppare delle tecnologie adatte a combattere il cambiamento climatico.

Obiettivo non ancora raggiunto e si legge nell'articolo "la donazione più alta è stata nel 2018 con 78,9 miliardi di dollari".

In tutto questo è però sicuro che ora molti più occhi saranno puntati sulla versione finale del rapporto e sulla vicina COP26, soprattutto considerando la recente denuncia riportata dal Guardian secondo cui il cambiamento climatico starebbe causando una maggiore diffusione di malattie renali nei Paesi caldi.