Si è chiuso il 12 novembre, alle ore 19, il lungo meeting dedicato all’ambiente: la Cop26. E parallelamente, l’ultima versione della bozza per i negoziati a favore dell’Ambiente è stata pubblicata. Nonostante questo, si prevede che, come è stato per le altre conferenze analoghe, l’assemblea venga prolungata anche nel weekend o almeno fino a domani.

Tra gli obiettivi più ambiziosi che compaiono all’interno del documento c’è quello relativo alla riduzione di anidride carbonica del 45% entro il 2030 - rispetto al livello del 2010 - per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi.

Secondo Mauro Albrizio, dirigente dell’Ufficio europeo di Legambiente “Va da subito avviato il phasing-out di tutti i combustibili fossili per fronteggiare per davvero l’emergenza climatica”.

Un altro tassello fondamentale è quello relativo alla decarbonizzazione: è infatti fondamentale, per i paesi che ancora non l'hanno fatto, aggiornare le misure utili al taglio delle emissioni di Co2.

A Glasgow, il presidente della Cop26 Alok Sharma si mostra speranzoso rispetto a una adozione dei principi contenuti all’interno del testo finale da parte dei ministri entro la notte. “Gli occhi del mondo sono su di noi”, con questa frase Sharma ha concluso oggi la plenaria.

L'Ipcc, il comitato scientifico sul clima dell'Onu, in una bozza del suo rapporto annuale che uscirà all'inizio del 2022, sottolinea che i costi di adattamento sono considerevolmente più elevati di quello che si stimava precedentemente.

In un riassunto del report di 4000 pagine si legge: "Le disposizioni esistenti per finanziare l'adattamento sono inadeguate di fronte all'ampiezza anticipata degli impatti cilmatici".

Le misure di aiuto ai paesi sotto sviluppati si riducono rispetto alla prima bozza

Rispetto alla prima bozza, secondo la quale i paesi sviluppati si prefiggevano di sostenere quelli meno sviluppati attivando un fondo da 100 miliardi di dollari all’anno ì, il secondo documento presenta un limitato sollecito ai “paesi sviluppati di deliberare pienamente e urgentemente sull'obiettivo dei 100 miliardi di dollari e fino al 2025, e sottolinea l'importanza della trasparenza nell'attuazione dei loro impegni”.

Anche l’Italia deve fare la sua parte

Alla conferenza di Glasgow - organizzata dal Regno Unito con il partenariato del Belpaese - l’Italia ha confermato il suo impegno a raggiungere, entro il 2030, il 70% di energia proveniente da fonti rinnovabili. Lo ha sostenuto Roberto Cingolani, ministro della Transizione che ha aderito, per conto della Nazione, all’alleanza Boga (Beyond Oil and Gas Alliance) che si mira alla graduale eliminazione della produzione di petrolio e gas.