Se le biciclette sostituissero tutte le automobili presenti nelle città entro il 2050 "si potrebbero evitare 205 mila morti ogni anno" nel mondo.
A dirlo è una ricerca scientifica effettuata dalla Colorado State University e pubblicata su Environmental Health Perspectives. La ricerca si è concentrata sulla cosiddetta mobilità sostenibile e, in particolare, sul ciclismo urbano nella popolazione rientrante nella fascia anagrafica che va dai 20 ai 64 anni.
La ricerca si è concentrata su 17 paesi del mondo
La ricerca, è bene dirlo, si è concentrata analizzando 17 nazioni del mondo: Canada, Cina, Brasile, Francia, Egitto, Danimarca, Indonesia, Giappone, India, Russia, Sudafrica, Germania, Stati Uniti, Regno Unito, Messico, Paesi Bassi e l'Italia.
I ricercatori hanno ipotizzato la presenza di due diversi scenari. Il primo è quello per il quale solo l'8% degli spostamenti futuri in auto all'interno delle città vengono sostituiti da degli spostamenti in bicicletta. Nel secondo scenario, invece, tutti gli spostamenti che avvengono all'interno delle città in automobile vengono via via sostuituiti dagli spostamenti sostenibili, fino a un azzeramento totale dell'uso delle auto.
Nel primo scenario preso in considerazione le morti cosiddette evitabili (ovvero quelle che non avverrebbero grazie al ridotto uso delle auto) sarebbero 18.589 ogni anno, mentre nella seconda ipotesi i decessi evitati sarebbero addirittura 205.424.
In Italia secondo i due scenari ci sarebbero fra 100 e 1200 morti in meno
Anche in Italia l'impatto derivante dal mancato uso delle automobili sarebbe non indifferente. Nel primo scenario, infatti, il paese riuscirebbe a evitare circa 100 decessi all'anno, mentre nel secondo scenario le morti evitabili salirebbero toccando quota 1.257.
Il primo autore della ricerca, David Rojas-Rueda, ha spiegato che essa ha come obiettivo quello di sensibilizzare le autorità politiche a incrementare le misure per "supportare" la mobilità sostenibile e per incentivare lo sviluppo di una progettazione urbana che sia "sana".
Incentivo, questo, che diventa ancora più impellente alla luce dei dati dell'Onu: secondo l'Organizzazone delle Nazioni Unite, infatti, nel 2018 circa il 55% della popolazione mondiale viveva all'interno di centri urbani.
Tale percentuale, nei prossimi anni, dovrebbe essere destinata a salire ulteriormente, toccando il 70/80%. Inoltre, come sottolineato dallo stesso autore dello studio, sarebbe di fondamentale importanza anche la progettazione urbana: si stima, infatti, che attualmente il 70% del suolo pubblico in città sia progettato per ospitare veicoli a motore.