Per la serie BlastingTalks intervistiamo la direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Alice De Marco. Legambiente, riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente come associazione d’interesse ambientale, è l’associazione ambientalista più diffusa in Italia.

Blasting Talks è una serie di interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali. Leggi le altre interviste della serie sul canale BlastingTalks Italia.

Partiamo dalla vostra missione come associazione ambientalista: può raccontare in che modo operate sul territorio e con quali finalità?

Legambiente è l’associazione ambientalista più diffusa e radicata in Italia. Nasce nel 1980 dai primi nuclei ecologisti attivi sul territorio, dai primi movimenti antinucleari. In Italia Legambiente è attiva con più di 1000 gruppi locali in 18 sedi regionali e 110mila soci volontari. Persone che ogni giorno rendono la nostra associazione un presidio sul territorio e che ci permettono di rappresentare anche un luogo nel quale si ragiona su un futuro migliore. E su come attivarsi per realizzare un cambiamento.

Quindi cosa muove la vostra associazione?

Il volontariato e la partecipazione attiva muovono la nostra associazione e ci rendono anche attenti su quello che è un territorio molto vasto come quello italiano, ma anche molto ricco di meraviglie che devono essere preservate, tutelate e conosciute.

La conoscenza e la scoperta dei luoghi fa sì che i cittadini inizino a prendersene cura e proprio ciò permette di tutelare e preservare il territorio che ci circonda.

Come riassumerebbe la vostra missione?

La nostra missione è fondata sull’ambientalismo scientifico. Raccogliamo i dati. Lo facciamo dal basso, attivando i cittadini attraverso la citizen science.

Elaboriamo i dati pubblici e li poniamo alla base delle nostre denunce e delle nostre proposte. Come associazione ci basiamo quindi su dati effettivi per formulare soluzioni e proposte percorribili e concrete. Tutto ciò a partire dal confronto con i cittadini fino a quello con le istituzioni, perché le nostre iniziative devono prendere piede anche attraverso di loro.

Educazione e formazione, anche dei più piccoli, sono attività su cui ci muoviamo molto perché riteniamo che i giovani possano dare un contributo già da oggi a un mondo diverso. Ovviamente un focus importante per noi è la conservazione della natura, delle aree protette, degli enti parchi e di tutte quelle realtà che fanno la differenza anche dal punto di vista dello sviluppo economico del territorio nel quale ci troviamo. Perché c’è un nesso tra ambiente, natura ed economia, che si evidenzia molto nei casi di disagio. Quindi cerchiamo di evidenziare come la natura e l’ambiente siano legate al contesto socio economico.

Il tema del climate change e dell’emergenza climatica è di grande attualità, tanto che il 2021 è stato definito come un anno da codice rosso per il clima in Italia: con quali risvolti e prospettive per il nostro futuro?

L’emergenza climatica ormai è in atto da anni e le conseguenze sono evidenti. L’argomento non tocca più solo una nicchia di persone sensibili. Vorrei fare una panoramica partendo da un punto di vista più macro. Come ha spiegato l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), la crisi climatica in atto ha grossi riverberi. Abbiamo un fenomeno legato alla desertificazione, all’innalzamento del livello del mare, all’aumento della scarsità d’acqua e sappiamo che tali fenomeni sono dovuti alle mutazioni climatiche. Una grande parte della popolazione mondiale oggi deve migrare per via dei cambiamenti climatici e dei fenomeni meteorologici estremi, che vediamo essere ormai molto frequenti.

Oltretutto non esiste una convenzione internazionale che possa tutelare questo tipo di popolazioni. La questione è quindi attualissima, ma anche abbastanza grave. Per tornare al nostro territorio, in realtà questi fenomeni esistono anche localmente, sebbene in scala più ridotta. Ma se pensiamo che in montagna non c’è più la neve e i fiumi sono in secca, o se osserviamo l’innalzamento del livello del mare nel Mediterraneo ci rendiamo conto che esistono situazioni problematiche anche qui. Purtroppo il 2022 non è iniziato nel migliore dei modi. Il quadro è preoccupante e l’unica cosa che può porre le basi per un cambiamento vero è la direzione della transizione ecologica. Bisogna intervenire con l’idea che dobbiamo farlo assolutamente ora e non più avanti.

Quali sono le vostre richieste alle istituzioni e quali azioni sono necessarie per intervenire davanti a eventi così drammatici?

Le istituzioni hanno la responsabilità di produrre misure che riescano a dare degli strumenti ai cittadini. Devono quindi dare strumenti tramite incentivi rispetto, ad esempio, agli impianti di riscaldamento domestico, ai mezzi di trasporto. Viviamo su un territorio con una forte criticità legata all’inquinamento atmosferico, Torino, il Piemonte, l’intera Pianura Padana. Le cause dell’inquinamento sono legate al traffico veicolare, soprattutto nei centri urbani, ma anche agli impianti di riscaldamento domestico. Bisogna quindi intervenire attraverso misure che possano incentivare i comportamenti virtuosi dei cittadini.

Dall’altra parte, un altro focus importante riguarda le industrie e le imprese. Le istituzioni devono attuare un monitoraggio e un controllo di quello che le aziende fanno sul territorio, per fare in modo che il loro impatto non abbia conseguenze solo negative parlando in termini ambientali. Ma soprattutto la transizione ecologica dev’essere attuata con il senso di urgenza che il periodo richiede. Abbiamo in mano il PNRR che le istituzioni devono utilizzare con coscienza e lungimiranza proprio in quest’ottica.

Entrando nel merito della vostra attività regionale, può raccontare ai lettori le vostre ultime campagne e iniziative?

Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta è un’associazione interregionale.

Nasce nel 1989 e oggi conta 31 circoli per circa 2000 volontari, che prendono parte ai gruppi locali e sono le nostre sentinelle del territorio. Gli obiettivi a livello interregionale sono stati condivisi nel nostro documento congressuale del 2019 e sono rivolti a tematiche specifiche, come il tema acqua (legato al bacino del Po), la questione della mobilità e dell’inquinamento atmosferico, il tema dell’energia. E poi il grande tema dell’economia circolare, che parte dal tema rifiuti, ma in realtà porta con sé una filosofia e una filiera di azioni finalizzate a comportamenti virtuosi, coinvolgendo cittadini e aziende. L’iniziativa più recente, realizzata tra il 2 e il 5 marzo, è proprio legata ai temi della mobilità sostenibile in Piemonte.

Il forum Muoviamoci Bene, dedicato alla presentazione dei Dossier di Legambiente Mal’Aria e Pendolaria con i dati relativi al Piemonte nel contesto della campagna europea Clean Cities. Un momento di approfondimento con le istituzioni, le università e le realtà che cercano le soluzioni migliori e le misure più efficaci da adottare. Un secondo appuntamento che abbiamo organizzato (insieme anche alle altre associazioni) è stata la pedalata collettiva che ci ha permesso di toccare con mano la situazione della ciclabilità torinese e di puntare l’attenzione sulla possibilità di ampliare la rete delle strade a 30 km/h Per l’anno in corso ci sono tante altre iniziative, legate ai temi sopra citati e che vogliono mettere insieme i vari livelli della cittadinanza.

Abbiamo in programma le campagne estive, dove andremo a monitorare la qualità dell’acqua dei laghi piemontesi. Ci stiamo preparando alla campagna più importante che è Puliamo il Mondo, prevista per settembre e dove cerchiamo di coinvolgere in primis le scuole, ma anche i cittadini a tutti i livelli.

Qual è stato l’impatto della pandemia da coronavirus rispetto alle attività portate avanti dalla vostra associazione?

Questi due anni sono stati molto difficili, perché le nostre iniziative vivono di rapporto con le persone e vertenze sul territorio. Siamo sentinelle di ciò che avviene sul nostro territorio. La pandemia ci ha tolto molto, come il potersi vedere e organizzare, andare nelle scuole a parlare con gli studenti, fare attività di sensibilizzazione della cittadinanza tutta.

D’altra parte non ci siamo mai fermati in questi anni. Abbiamo rimodulato le nostre attività e azioni a livello di comunicazione e continuano a mantenere sempre attivo e attento il nostro occhio e il confronto con cittadini e istituzioni. Ma è stato anche un momento per approfondire i temi e fare attività di formazione più specifiche. In piena emergenza la nostra associazione è stata anche un luogo dove tenere alto il morale delle persone, visto che in nostri volontari sono molto votati alla socialità e allo stare insieme. Le persone hanno trovato nei nostri luoghi virtuali un momento in cui condividere e scambiare le proprie esperienze rispetto a ciò che stava avvenendo.

In conclusione, cosa si può fare di concreto rispetto alle tematiche e alle questioni che ci ha riportato?

Le possibilità sono tante. Tutte le persone che hanno voglia di mettersi in gioco per fare qualcosa di concreto per l’ambiente trovano il proprio spazio nella nostra associazione. Per chi si trova sul territorio piemontese e valdostano abbiamo il nostro sito legambientepiemonte.it, nella home trovate gli aggiornamenti sui temi e le iniziative e nella sezione “Dove” trovate il circolo più vicino. È in corso la campagna di tesseramento, quindi si può essere sostenitori nel vero senso della parola. Il contributo di ognuno è assolutamente fondamentale. La nostra associazione è fatta d’insegnanti, nonni in pensione, studenti, giovani, oltre che da persone che vengono da ambiti diversi e che desiderano dare il proprio contributo. Oltre al sito è possibile seguire i nostri canali social che sono aggiornati con tempestività. La sede di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta è a Torino ed è aperta tutti i giorni, anche per accogliere gli interessati e dare le informazioni utili. Per chi diventa socio volontario c’è la possibilità di ricevere in abbonamento il mensile “La nuova ecologia”, dove è possibile formarsi e informarsi, oltre che avere tutte le indicazioni sulle diverse tematiche trattate dal punto di vista scientifico, con una possibilità di approfondimento che è sempre utile alla conoscenza personale.

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