Diciassette uova si sono schiuse, nella notte tra il 14 e il 15 agosto 2022, nelle grotte di Nerone collocate sulla spiaggia di Anzio. Le tartarughe, appartenenti alla specie onnivora delle Caretta caretta, non riuscivano a camminare verso il mare perché la sabbia, a causa delle precipitazioni, si era appesantita. L'intervento delle guardie zoofile della rete Tartalazio in collaborazione dei volontari di AnimaLiberAction, di Seasherperd e di Legambiente si è rivelato indispensabile per la loro sopravvivenza. Il nido era stato deposto a circa trenta metri dal mare lo scorso 21 giugno 2022.
"L'emozione dinnanzi a un evento simile è sempre grande - commenta Luca Marini in qualità di coordinatore responsabile di TartaLazio - soprattutto se si tiene presente il rischio di non trovare uova fecondate. Abbiamo fatto un ottimo lavoro tenendo conto che sono nate all'incirca un terzo di tartarughine. "Inoltre - continua a spiegare Marini - quello di Anzio è il primo nido, nel Lazio, del periodo estivo in corso. Siamo piuttosto soddisfatti, anche se onestamente il meteo ha creato alcune difficoltà".
La tartaruga caretta è una comune tartaruga marina che vive principalmente nel mar Mediterraneo ma, secondo quanto rivelato dagli studiosi, vive anche nelle acque del mar Nero, dell'Oceano Pacifico, Atlantico e Indiano.
Come ogni rettile, avendo il sangue freddo, preferisce acque temperate. Inoltre, pur essendo dotato di polmoni, è capace di fare lunghe apnee.
Il salvataggio delle tartarughe, sulla spiaggia di Anzio, da parte delle guardie zoofile
La notte in cui si sono schiuse le 17 su un totale di 51 uova deposte, le guardie zoofile, presenti sulla spiaggia di Anzio, hanno accertato lo stato di salute delle tartarughe.
Subito dopo hanno realizzato un percorso sulla sabbia che permettesse a questi rettili di raggiungere il mare. Inoltre, una volta entrate nell'acqua, le guardie hanno utilizzato una motovedetta per riprendere le Caretta caretta. Lo scopo di questa manovra era di evitare che le tartarughe finissero contro gli scogli presenti in quell'area.
L'operazione si è conclusa a notte fonda. Intanto però le restanti 34 uova non si sono aperte e per questo gli esperti hanno deciso di metterli nell'incubatrice per tentare di salvare altre tartarughe. L'operazione potrebbe fallire visto che in linea di massima la loro incubazione ha una durata media tra i quaranta e i sessantacinque giorni.
In media, stando alle statistiche, su un dato numero di uova di tartarughe deposte soltanto meno della metà riesce ad aprirsi. Inoltre solo una piccola parte riesce a sfuggire ai predatori, come i gabbiani o altri volatili, e di conseguenza a raggiungere il mare. Superati anche i pericoli presenti nel bacino del Mediterraneo, le Caretta caretta trascorreranno il resto della loro vita in fondo al mare tornando in superficie per respirare.