Una coppia di escursionisti proveniente dalla Spagna, nel 2019, rimase bloccata sulla parete delle Tre Cime di Lavaredo sulle Dolomiti. L'elicottero cercò di soccorrerli per due giorni di fila ma il ragazzo e la sua compagna rifiutarono l'aiuto offerto. Al quarto tentativo di soccorso però, stando a quanto riportato dalle cronache, i due salirono sul velivolo. Il conto da pagare per il soccorso con codice bianco ammonta a 9.000 euro.
"Io, mia madre e la mia fidanzata abbiamo ricevuto tre multe. Ognuna è di un importo pari a 3mila euro", spiega ora la coppia.
"Non abbiamo saldato il debito. Inoltre quest'anno abbiamo fatto le scalate sulle Alpi francesi".
Questa vicenda rientra tra i numerosi casi in cui i turisti stranieri non pagano le spese dell'elisoccorso. Attualmente risulta che il 40% degli escursionisti stranieri non ha pagato gli interventi di soccorso alpino ricevuti, in momenti di difficoltà, sulle Dolomiti nella provincia di Belluno. Il totale delle fatture non pagate ammonta a circa 500.000 euro.
Il soccorso ai due spagnoli sulle Tre Cime di Lavaredo nel 2019
Il Soccorso Alpino di Pusteria e Auronzo, nel settembre del 2019, era accorso in aiuto della giovane coppia che risultava essere bloccata in via Cassis delle Tre Cime di Lavaredo.
La coppia aveva trascorso, volutamente, 72 ore sulle pareti delle Dolomiti rifiutando sia il primo soccorso tentato domenica mattina, sia altri due soccorsi tentati lunedì. Nel frattempo la madre del ragazzo, preoccupata perché il giovane non era ancora rientrato al rifugio Auronzo, aveva richiesto nuovamente l'intervento dei soccorsi. Verso le ore 16 del lunedì il Soccorso Alpino delle Dolomiti di Bolzano aveva raggiunto di nuovo gli escursionisti sulla Cima Ovest a quota 2750 metri.
Questa volta però, a causa della forte pioggia, la coppia aveva accettato l'aiuto e sale sull'elicottero.
Secondo i due escursionisti, la richiesta di soccorso sarebbe stata frutto di un'incomprensione causata dalla diversità linguistica e dall'apprensione istintiva tipica delle madri. "Ho visto più volte l'elicottero avvicinarsi, ma non pensavo fosse stato chiamato per noi", spiega lo scalatore.
"Noi eravamo sereni e privi di attacchi di panico. Ci sono alpinisti che salgono quella parete in 12 ore, ma noi abbiamo rispettato i nostri tempi fisiologici per equilibrare le energie. Inoltre stavamo solo aspettando che il tempo migliorasse".