I quadri di Claude Monet e William Turner sono celebri per essere caratterizzati dai caliginosi paesaggi tipici dell'impressionismo artistico. Tuttavia, secondo un recente studio, ciò non sarebbe altro che una rappresentazione dello smog già presente a Parigi e Londra. Monet e Turner infatti, vissero nel pieno della rivoluzione industriale.
Lo studio
Secondo una ricerca, condotta da Anna Lea Albright dell'Università della Sorbona di Parigi e da Peter Huybers dell'Università di Harvard, i quadri di Claude Monet e William Turner sono di fatto il frutto di un impressionismo inquinato.
Parigi e Londra nell'Ottocento infatti, furono teatro della Rivoluzione Industriale che modificò nettamente anche le loro caratteristiche ambientali.
Sebbene per anni si sia pensato che tali dipinti dimostrino appieno il movimento artistico impressionista, pare non essere realmente così. Le città e i paesaggi di Oscar-Claude Monet all'inizio della sua carriera erano, ad esempio, in netto contrasto con un bellissimo cielo limpido. Con l’avanzare della rivoluzione industriale invece, i dipinti si tramutarono in panorami sempre più offuscati e nebbiosi. Creatività? Forse. C'è naturalmente anche la possibilità che Monet abbia dipinto maggiormente nei giorni di nebbia. Stessa sorte per William Turner a Parigi.
Dei 60 dipinti a olio presi in esame, composti tra il 1796 e il 1850, vi è una evidente passaggio da contorni nitidi a sfocati, con una colorazione dapprima più satura fino all’impressionismo vero e proprio, proprio in concomitanza con la rivoluzione industriale.
L’inquinamento atmosferico di Parigi e Londra nei dipinti
L'inquinamento atmosferico è causato da un aumento di microparticelle dannose definite polveri sottili, che vengono sospese nell'atmosfera.
Negli anni della rivoluzione industriale, la maggior parte di tali emissioni proveniva dalle innovative centrali a carbone.
In termini di ottica, i corpuscoli di fuliggine derivate dalla combustione del carbone riescono ad assorbire e disperdere la luce solare. Ciò si traduce, a livello visivo, in colori e bordi sfuocati quando si guarda in lontananza.
In altre parole, se rapportassimo il tutto alle moderne fotografie, l'inquinamento causerebbe una riduzione della colorazione di circa il 20%.
Osservando dunque i dipinti di Claude Monet, si deduce che la visibilità è di circa 24 chilometri e, nelle raffigurazioni diurne scende addirittura a 6 chilometri. Naturalmente, tale regola, non vale per ogni pittore dell'epoca. Vi sono difatti artisti come Edgar Degas i cui dipinti apparivano maggiormente sfuocati semplicemente con l'avanzare dell'età. Nei casi di Monet e Turner però, l'inquinamento sembra essere stato una potente influenza artistica. D'altronde, Arte e scienza sono da sempre in forte connessione.