Sta facendo discutere l'ultimo emendamento approvato alla commissione attività produttive della Camera, che di fatto abolisce il divieto del tacito rinnovo nelle assicurazioni per la Rc Auto, voluto dal Governo Monti, lo stesso durante il quale venne varata l'ormai famosa riforma pensioni Fornero. L'emendamento è stato inserito nel ddl Concorrenza, di cui il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda si è augurato più volte nelle ultime settimane un'approvazione quanto più celere possibile. Tra i primi a parlarne, in maniera negativa, è stato Francesco Cancellato, attraverso il sito "Linkiesta", parole poi riprese anche dal Corriere della Sera.

Sempre su Linkiesta.it è arrivata poi la pubblicazione della lettera della senatrice Pd Laura Puppato, che ha difeso invece l'emendamento.

Opinioni diverse

L'abolizione del divieto del tacito rinnovo delle assicurazioni rami danno non obbligatorie ha acceso il dibattito in rete. Come spiegato nel paragrafo introduttivo, tra i primi a prendere parola è stato Cancellato per "Linkiesta", che ha esposto la sua opinione contraria attraverso un post pubblicato poi su linkiesta.it. Francesco Cancellato ha definito l'emendamento come "uno schiaffo ai consumatori", parlando anche di beffa, visto - come ha sottolineato - che la norma è stata inserita all'interno del ddl Concorrenza 2017. Nel suo intervento, Cancellato ha inoltre segnalato come dal 31 dicembre 2012 il premio dell'assicurazione aveva subito in media una riduzione di 80 euro, proprio grazie - spiega ancora Cancellato - alla cancellazione del tacito rinnovo.

Opposta, invece, la posizione della senatrice Laura Puppato, appartenente al Partito democratico, che spiega come il ripristino del tacito rinnovo convenga in realtà agli stessi cittadini e non, come invece è stato fatto passare dal post di Francesco Cancellato sempre su "Linkiesta", un regalo alle grandi case assicuratrici.

La senatrice del Pd, in un passaggio importante della lettera fatta pervenire al direttore de "Linkiesta", successivamente pubblicata, ha affermato che la norma del divieto del tacito rinnovo "ha certo degli estimatori, ma non sono i cittadini". Alla fine della sua lettera, l'onorevole Puppato "esulta" per lo scampato pericolo, affidando ad un post scriptum un'ultima rivendicazione, quella di aver saputo far fronte alla crisi "in oltre 30 anni di storia assicurativa e di rappresentanza".