Una buona cornice di pubblico ha caratterizzato il dibattito, tenutosi venerdì scorso alla sede della Regione Puglia di via Gentile a Bari, dal titolo “L’economia circolare nel sistema produttivo pugliese: la valorizzazione dei residui di lavorazione della ceramica”.

Dettagli sull’iniziativa

Molti i presenti alla tavola rotonda, che ha visto la presenza degli assessori regionali Serena Triggiani (Ambiente) e Alessandro Delli Noci (Sviluppo Economico).

Il panel dei relatori ha visto gli interventi di Cosmo Albertini di Unioncamere, dell’ingegner Daniele Gizzi (presidente nazionale dell’Albo gestori ambientali) e dell’Avvocato Natale Mariella, responsabile per la Puglia di quest’ultima organizzazione.

Hanno preso la parola anche il vicepresidente nazionale della sezione ceramisti di Confartigianato Antonio Colì, l’Ingegner Paolo Garofoli, direttore del Dipartimento Ambiente della Regione Puglia, il responsabile scientifico di Arpa Puglia Vincenzo Campanaro, il Professore del Politecnico di Bari Michele Notarnicola e l’avvocato Antonio De Feo, esperto in diritto dell’ambiente.

Il dibattito

Al centro della discussione vi è stata l’affermazione di modelli sostenibili di produzione e consumo e dunque la chiusura del ciclo dei rifiuti in ambito regionale, oltre alla necessaria riduzione della loro produzione. Per perseguire tali obiettivi risulta necessaria la promozione del mercato dei sottoprodotti, materiali derivanti da processi produttivi che, invece di essere considerati rifiuti, possono essere riutilizzati in altri processi, riducendo così la necessità di materie prime vergini e abbattendo i costi ambientali ed economici.

Il target da raggiungere è la definizione di buone pratiche tecniche e gestionali che ne consentano la classificazione non come pattume, ma come beni soggetti al riutilizzo. Scopo dell’evento, dunque, nel quadro delle linee guida regionali approvate con DGR n. 145 del 26 febbraio 2024, è stato quello di fornire un quadro di riferimento comune a supporto degli operatori economici, i quali sono obbligati a soddisfare delle condizioni perché sia consentito il riuso dei sottoprodotti nella loro filiera produttiva.

Nello specifico, il gruppo di lavoro coordinato dal Dipartimento Ambiente e con la collaborazione di Arpa, Politecnico di Bari, esperti giuridici in diritto dell’ambiente, Confartigianato Puglia, Ecocerved e Unisalento ha perfezionato la scheda relativa ai sottoprodotti denominati “cocci di terracotta grezza”, derivanti dalla lavorazione della ceramica pugliese, oggetto del presente incontro.

Il riciclo proposto per questi materiali riguarda essenzialmente il processo di produzione di cocciopesto, materiale edilizio utilizzato per il rivestimento di pareti e pavimenti, e chamotte, argilla refrattaria cotta e macinata utilizzata dai ceramisti.