La spazzatura nello spazio c’è e soprattutto in grande quantità. Detriti di vecchie spedizioni, rifiuti accumulati dai vari satelliti e tanto altro ancora galleggia nello spazio proprio come la tipica ‘spazzatura’. Sono 55 anni che si fanno esperimenti e spedizioni e anche lo spazio ha bisogno di una ripulita e l’Esa, agenzia spaziale europea, sta infatti studiando nuove tecnologie per la raccolta rifiuti.

L’idea dell’Esa sarebbe dunque quella di agganciare gli oltre 600.000 oggetti presenti nello spazio sotto forma di detriti, utilizzando una specifica gamma di rimorchiatori con l’obiettivo finale di scagliare questi oggetti inutili contro l’atmosfera che agirà da inceneritore scomponendoli in mille particelle e così eliminandoli.

Le tecnologie per lo spazio pulito, come ha voluto precisare il direttore del Centro per la ricerca scientifica e tecnologica dell'Esa (Estec) Franco Ongaro, si dividono così in due filoni: il primo si preoccupa dell'impatto delle attività spaziali sulla Terra, ad esempio costringendo agenzie e aziende a ripensare i sistemi di propulsione basati sull'idrazina, una sostanza che in futuro diventerà illegale grazie al suo alto tasso di pericolosità; il secondo coincide invece con lo sviluppo di tecnologie capaci di ridurre il numero di detriti spaziali più grossi.

Anche la Nasa nel settembre dello scorso anno aveva lanciato l’allarme, adducendo come la spazzatura nello spazio potrebbe presto rivelarsi un serio problema. È vero che le collisioni aeree tra satelliti operativi e non operativi sono rare, l’ultima risale al 2009, ma l’idea di ripulire sembra comunque la miglior forma di prevenzione.