La notizia è già fritta e rifrititta. Max Allegri paga pesantemente la sconfitta esterna col Sassuolo e viene esonerato alla panchina rossonera. Se domani sera vedremo infatti Mauro Tassotti a dare ordini a Montolivo e compagni nella sfida di Coppa Italia contro lo Spezia, con tutta probabilità mercoledì sarà il giorno di Clarence Seedorf. Secondo alcune indiscrezioni infatti, l'olandese sarebbe atteso già domani a Milano per firmare un contratto di due anni e mezzo col club rossonero.

Anche se Montenegro, ex presidente del Botafogo, l'attuale squadra di Seedorf, continua a sottolineare la sua disapprovazione.

Pare che Clarence abbia il desiderio di adottare, per la sua nuova esperienza, una tecnica già usata ampiamente nel campionato inglese, ossia affidare ciascun reparto a uno specifico supervisore. Sono infatti caldi i nomi di Jaap Stam e di Hernan Crespo (nelle ultime ore si era parlato anche di Edgar Davids e Patrick Kluivert, ma si sono rivelate solo voci non confermate).

E qui inizia la confusione: da una parte Montenegro che vorrebbe trattenere Seedorf almeno fino alla fine della Libertadores (luglio 2014), dall'altra il presidente dell'Ajax, Henrichs, che non vorrebbe liberarsi di Stam, assistente tecnico del lancieri, almeno fino al 2015. Senza contare il mercato, che dopo gli arrivi di Honda e Rami e la cessione di Niang sembrerebbe essersi arrestato.

Aggiungiamoci pure la questione, tutt'altro che risolta, Barbara-Galliani e la confusione è bella che fatta. A subirne le consueguenze è comunque il Milan, che da questa situazione, abbastanza confusionaria, finora ha ricavato una rendita stagionale di un club provinciale: 27 match disputate, di cui 8 vinti, 11 pareggiati e 8 persi, che valgono l'11° posto in Serie A, a soli 6 punti dall'oblio della zona retrocessione.

Da almeno due decenni e mezzo i rossoneri non cadevano così in basso. E il campionato è a metà. La rosa pullula di giocatori demotivati, che tengono più al loro profilo di Twitter o di Instagram che ad allenarsi. Diciamoci la verità, anni fa molti di essi al Milan avrebbero potuto fare solo i racattapalle. E i tifosi sono stufi di vedere una società con poche idee, e per giunta confusionarie.

Il Milan deve fare il Milan, e per il bene del calcio italiano e per la sua reputazione in Europa e nel mondo, l'attuale politica societaria attuata dal binomio Barbara-Galliani, sembra destinare al tramonto il blasone dei rossoneri. Eh già, perché i tifosi, attualmente, possono essere orgoliosi solo di quello.