L'Akragas di mister Bettapareggia in malo modo contro la squadra calabrese del MontaltoUffugo, allenata da Marco Nappi, “la foca dell'Atalanta” deglianni di Stromberg. Una squadra equipaggiata per la salvezza, ma che atratti è sembrata una corazzata nei riguardi dei biancoazzurri. Primo tempo dadimenticare. Secondo tempo, un po' sfortunato, ma rimane, in ognicaso, la sostanza. La squadra è rientrata in campo dopo l'intervalloper far fare bella figura al portiere calabrese Ramunno, maiimpegnato realmente dai giocatori locali. Squadra spenta, priva dischemi di gioco, amarezza e delusione a fine gara, ma soprattutto,fischi.

Quelli ci stavano tutti. La “comitiva divacanzieri” di mister Betta, perché di questo si è trattato, èsembrata in alcuni tratti della gara un'accozzaglia di persone,prestate al mondo del calcio semiprofessionistico, che giocano lapartita del giovedì sera al campetto sotto casa, ammogliati controscapoli. Non uno schema di gioco visto in 180 minuti di gara.

Una squadra comel' Akragas, costruita sull'intelaiatura dei giocatori rimasti dall'eraPino Rigoli, ma che oggi tra stravolgimenti e cambi di modulo sembrapiù forte sulla carta di quella dello scorso anno, ma che inveceassomiglia piuttosto ad un nanetto da fiaba timido ed impacciato cheal “gigante” cui era stato abituato il popolo dei tifosiagrigentini.

Così non va. La squadraa questo punto non sembra aver bisogno di un allenatore, ma più volentieri diun motivatore. Che in realtà dovrebbe essere lo stesso allenatore; ese non è riuscito ad esserlo in due mesi con dei giocatori che conPino Rigoli hanno sfiorato la Lega Pro perdendola solo ai rigori,significa che qualcosa non va nell'allenatore.

La dirigenza con intesta il presidente Silvio Alessi, deve essere cosciente che bisognacambiare adesso e subito, ed il primo nome in lizza per far cambiarerotta a questo nanetto sembra proprio essere quello di Pino Rigoli,oggi acclamato sia dalla tribuna che dalla Curva Sud che oggi ha esposto uno striscione in ricordo dei due bambini deceduti presso le Maccalube di Aragona.