Si era detto che, dopo il flop dei mondiali brasiliani, per il calcio italiano sarebbe stato necessario ripartire dai giovani dei nostri settori giovanili. E, invece, ci sono sempre più stranieri nel nostro massimo campionato, e neppure i grandi nomi che si vociferavano nel corso del mercato, che costano tantissimo e che, ovviamente, preferiscono palcoscenici ritenuti più prestigiosi. Alla fine, sono arrivati buoni giocatori, comunitari ed extra (ma che non sono grandi geni se rapportati alla qualità media di quelli italiani) che, paradossalmente, fanno schierare ormai più squadre senza calciatori nostrani, come sottolineato dal neo ct della Nazionale, Conte.

Tra i volti nuovi più noti che calcheranno gli stadi della Serie A molti erano svincolati: Alex, Menez e Diego Lopez (Milan), Ashley Cole e Keita (Roma), Djordievic (Lazio), Tatarusanu (Fiorentina), Vidic (Inter) e il giovanissimo Coman (Juventus). Per il resto, la Fiorentina presenta il difensore argentino Basanta, l'esterno inglese Richards e l'attaccante tedesco Marin, la Juventus l'esperto esterno francese Evra e il giovane attaccante spagnolo Morata (dal Real Madrid), il Milan l'attaccante Fernando Torres (spagnolo che proviene dal Chelsea), l'Inter i centrocampisti Medel e M'Vila, il Napoli il trequartista Michu, i centrocampisti De Guzman e David Lopez e il difensore Koulibaly la Roma il difensore greco Manolas, la Lazio il difensore olandese de Vrij, il Torino il centrocampista spagnolo Perez, il Verona il "vecchio" Saviola, argentino ex Barcellona.

Tutto qui, anche se si è parlato di Falcao, di Khedira, di Xavi Alonso. Di contro, qualche altro asso straniero ha preso il volo, altri (Vidal e Cuadrado) trattenuti, almeno per il momento, e sono andati a giocare all'estero anche Immobile (capocannoniere della serie A 2013/14, ceduto al Borussia Dortmund), che al Torino fabbricava gol con Cerci (ora all'Atletico Madrid), Balotelli (al Liverpool), Gilardino (ai cinesi del Guangzhou) e anche il giovane Cristante (dal Milan al Benfica), tutti azzurri (anche Cristante, nell'Under 21). Ha ben ragione Conte a lamentarsi. Ma col tempo le società si ravvederanno e gli allenatori scommetteranno sui tanti giovani dei nostri vivai?