Due sconfitte consecutive non sono un dramma assoluto, ma quando ti chiami Inter evidentemente sì: anche se, a onor del vero, negli ultimi anni in casa nerazzurra si era visto di peggio, perdere contro Cagliari e Fiorentina a questo punto della stagione fa male, soprattutto ad ambiente e tifosi. Fa male principalmente perché il calciomercato prima, e il confortante inizio di stagione poi, avevano illuso tutti, dagli addetti ai lavori ai semplici sostenitori: a fine agosto si parlava addirittura di "Inter da Scudetto", di squadra solida costruita a immagine e somiglianza del proprio allenatore.

E invece 8 punti conquistati nelle prime 6 giornate di campionato, 11 gol fatti e 8 subiti, solo uno realizzato lontano da San Siro in 270 minuti: se poi teniamo conto che delle undici reti messe a segno fino a qui, 7 sono arrivate contro il Sassuolo, il bilancio è abbastanza preoccupante. La teoria della "difesa-bunker" è crollata sotto i colpi dello spavaldo Cagliari di Zeman prima, e sotto quelli della Fiorentina poi, senza dimenticare che i viola prima di siglare 3 reti nel posticipo domenicale erano andati a segno soltanto due volte nelle precedenti cinque giornate (senza Rossi e Gomez): Ranocchia, pur mantenendo un discreto livello di sufficienza, a volte torna il giocatore "timido" delle ultime stagioni in nerazzurro, mentre Vidic (ambientamento e condizione fisica a parte) è, fino a questo momento, il vero anello debole della retroguardia; l'unico pienamente sufficiente resta Juan Jesus il quale, nonostante le solite imprecisioni in disimpegno, il più delle volte da solo tiene in piedi la baracca.

Ausilio ci ha messo ancora una volta la faccia, e replicando quanto detto nel post partita di Inter-Cagliari, ha ribadito la piena fiducia nel tecnico: anche Thohir lo ha fatto, senza nascondere però la delusione del momento. Secondo alcuni il tycoon indonesiano starebbe preparando il terreno per il clamoroso esonero di Mazzarri, altri invece tendono a pensare che, almeno fino a fine stagione e a meno di altre clamorose debacle, il tecnico toscano resterà saldamente ancorato alla panchina nerazzurra fino a fine stagione.

È molto difficile pensare che la "formazione" e la cultura sportiva di provenienza di Erik Thohir (diametralmente opposta a quella di Moratti, per intenderci) lo portino a prendere decisioni drastiche in questo senso, ma è pur vero che i risultati contano, specie nel nostro calcio. Resterà quindi da vedere se la proprietà riuscirà a rimanere ancora a lungo "insensibile" alle pressioni della piazza e a continuare il proprio percorso con Mazzarri: lui intanto dice di avere uno spogliatoio unito, un gruppo solido, e di credere ancora in questo progetto. Dopo la sosta ci sarà il Napoli, e chissà se sarà proprio la sua ex-squadra a determinarne il futuro.