Chi pronosticava la la vittoria finale dei Portogalloai Campionati Europei di Francia? E chi, soprattutto, metteva Cristiano Ronaldo e compagni tra i favoriti dopo il deludente primo turno in cui la formazione lusitana è stata addirittura ripescata. Probabilmente soltanto qualcuno che ha pensato di piazzare una fruttuosa scommessa e, certamente, chi ha puntato sul successo degli uomini di Fernando Santos all'inizio del torneo ha ottenuto un'ottima vincita. Possiamo definire la prima Coppa Europa finita nella bacheca della Federazione portoghese una sorpresa ma non la più clamorosa della storia del massimo torneo continentale per nazioni.

Dal 'cucchiaio' di Panenka al 'miracolo Grecia'

La prima squadra a scrivere contro ogni pronostico il proprio nome nell'albo d'oro dell'Europeo è stata la Cecoslovacchia nel 1976. La formula di quel periodo prevedeva un lungo cammino di qualificazione che avrebbe promosso otto squadre direttamente ai quarti di finale, in gare di andata e ritorno. I cechi allenati da Vaclav Jezek, nella cui rosa spiccavano i nomi di Ondrus, Panenka e Nehoda, eliminarono la favorita URSS e si qualificarono per la "final four" in programma in Jugoslavia. Qui fecero fuori un'altra grande favorita, l'Olanda vice campione del mondo, battuta 3-1. Nella finale di Belgrado ebbero la meglio, dopo i calci di rigore, sulla Germania di Franz Beckembauer campione del mondo in carica (i tempi regolamentari e supplementari si erano chiusi sul 2-2).

Nella sequenza dal dischetto entra di diritto della storia sportiva il rigore calciato "a cucchiaio" da Antonin Panenka che beffò il grande Sepp Maier. Uno stile che, negli anni a venire, avrebbe reso celebri altri calciatori tra cui il nostro Francesco Totti. Altra grande sorpresa agli Europei di Svezia del 1992: vince la Danimarca che a quel torneo non doveva nemmeno partecipare, visto che nel girone di qualificazione era stata preceduta dalla Jugoslavia.

La Nazionale del Paese balcanico, travolto dalla guerra, viene sciolta poco primadella massima kermesse calcistica continentale: l'UEFA decide per il ripescaggio dei danesi che, una volta dentro, precedono nella fase a gironi Francia ed Inghilterra, eliminano l'Olanda ai rigori in semifinale (fatale l'errore di Van Basten) e nella finalissima di Goteborg battono 2-0 la Germania.

Alfieri di quella squadra guidata in panchina da Richard Moller Nielsen erano il portierone Peter Schmeichel, i difensori Lars Olsen e Christofte, i centrocampisti Henrik Larsen e Vilfort e gli attaccanti Brian Laudrup e Povlsen. Il 2004 l'Europeo si gioca in Portogallo, è l'anno della Grecia: forse la più grande sorpresa dell'intera storia del calcio. Schierata su rigidi schemi difensivi dal "santone" tedesco Otto Rehhagel, la formazione ellenica passa la fase ai gironi dietro ai padroni di casa lusitani, peraltro sconfitti 2-1 nel match inaugurale, a spese della Spagna. Poi, nell'ordine, fa fuori la Francia nel quarti di finale e la Repubblica Ceca in semifinale dopo i supplementari con il punteggio fotocopia di 1-0, lo stesso con il quale la Grecia batterà il Portogallo a Lisbona nell’ultimo atto del torneo grazie allo storico gol di Charisteas. A distanza di dodici anni i portoghesi hanno rimediato a quella cocente delusione.