Liberia, un nome che dice tutto. Nel 1882 un gruppo di schiavi afroamericani liberati si insedia nell'ampia striscia di terra incastrata fra Costa d'Avorio, Guinea e Sierra Leone, con l'intento di creare finalmente un'oasi di pace e libertà, lontani da schiavitù e sofferenza. Certo, un nome che dice molto, ma che non lascia scampo al terribile destino che la Liberia si è invece trovata ad affrontare durante i secoli.Il colpo di stato di Doe nel 1980, la lunga dittatura di Taylor, le migliaia di bambini-soldato e la terribile guerra civile scoppiata nel 1989, che si è lasciata alle spalle, in soli 10 anni oltre 200.000 vittime.

Fino alle elezioni democratiche del 2005. A quelle elezioni partecipava anche un distinto ragazzo 39enne dall'espressione simpatica e dagli occhi pensosi; quel ragazzo era George Ousmane Weah.

George Weah, la storia di un uomo

Nato nel 1966 in Liberia, cresciuto nella poverissima baraccopoli di Clara Town a Monrovia. Una laurea in Arte e amministrazione dello sport conseguita a Londra, un dottorato onorario in umanità ricevuto dallo Zion University College e un paio di piedi capaci di fare del calcio un capolavoro e che lo avrebbero portato a diventare il calciatore, che da tanto, troppo tempo, l'Africa stava aspettando.Nel 1988 la Ligue 1, massima divisione francese, è dominata e vinta dal Marsiglia di Gerard Banide, ma gli occhi degli appassionati di calcio d'oltralpe sono tutti puntati sul gioiellino liberiano del Monaco di Wenger, che in quella stagione (la sua prima in Francia) aveva totalizzato ben 14 gol in 24 presenze.Gli anni nella squadra del Principe, trascorrono per George tra alti e bassi.

Dall'estate del 92 la nuova casa di George Weah diventa il Paris Saint Germain.Al Psg il 26enne mostra definitivamente al pubblico francese ed Europeo la sua grande classe e conclude il suo 1° anno a Parigi confezionando 21 reti.

Dal 1995 l'Italia e il Milan

Il 30 aprile 1994, il Psg si aggiudica con 2 giornate di anticipo il titolo di campione di Francia vincendo la Ligue 1.

Nella stagione 1994-95, la sua ultima a Parigi, con ben 8 reti diventa capocannoniere della massima manifestazione calcistica europea, la Champions League. Ancora una volta però il sogno di vincere una coppa internazionale svanisce in semifinale, questa volta contro il Milan di Baresi, Maldini e Fabio Capello.L'anno successivo arriva proprio al Milan, che gli aveva precluso la finalissima, ma in cui lui desiderava ardentemente militare.Esordisce subito con un gol in Serie Adopo soli 6 minuti di gioco ericeve nel dicembre dello stesso anno (1995) il Pallone d'oro, massima onorificenza per un calciatore.Contribuisce a vincere il 15°scudetto dei diavoletti e nelle 2 stagioni successive confeziona ben 23 gol, ma quello che lo ha reso una leggenda lo segna l'8 settembre del 1996 contro il Verona: Il "gol totale", una sgaloppata da porta a porta coniugando corsa, tecnica, potenza e una rete a tu per tu col portiere in uscita.La sua esperienza al Milan si conclude nel 2000 con all'attivo 147 partite e 58 gol. Dopo qualche anno si ritira dal calcio e si dedica finalmente al paese da cui, purtroppo o per fortuna si è dovuto allontanare.