Le offese di Senad Lulic rivolte, in diretta, ad Antonio Rudiger sono ormai note a tutti. Fanno ancora clamore perché sono calde ma tra qualche settimana entreranno nell’annuario calcistico degli episodi da dimenticare. Dove già l’elenco è lunghissimo e gli autori di questi gesti non sono solo gli ultras. Sono calciatori stessi, arbitri, dirigenti societari e il gaffeur presidente Tavecchio.

Rudiger era già stato additato in una valutazione tecnico-razzista, durante la partita di Champions tra il Bayer Leverkusen e la Roma. Un suo errore tenne in gioco Hernandez e consentì ai tedeschi di portarsi sul 2 a 0.

L’ex giocatore Stefano Eranio, commentando la partita, asserì che i giocatori di colore, sulla linea difensiva, sono potenti fisicamente ma lasciano a desiderare per concentrazione e capacità di pensare. L’analisi tecnica non fu condivisa e fu licenziato.

Fu clamoroso il caso del pallone scagliato da Kevin Prince Boateng contro la rete di recinzione della stadio di Busto Arsizio, oltre la quale si trovavano i tifosi della Pro Patria che, durante tutta la partita, amichevole, lo avevano bersagliato con cori razzisti.

I “buu” all’indirizzo di Eto’o, in una partita al Sant’Elia dell’Inter contro il Cagliari costrinsero l’arbitro Tagliavento a interrompere la partita. Ritornata la calma la partita riprese e al 39', Eto'o andò a segno ed esultò mimando i gesti di uno scimmione.

Telecamere e labiale inchiodano De Rossi

Un politico dell’estrema destra tedesca, Alexander Gauland, ebbe un’uscita infelice contro un altro Boateng, Jerome: “La gente lo vede bene come calciatore ma nessuno lo vorrebbe come vicino”. Il riferimento era alle origini ghanesi del calciatore.

I tifosi della Lazio sono tra quelli che più spesso si fanno notare per intemperanze xenofobe.

In una partita contro il Napoli, all’Olimpico, la curva nord si scatenò con cori razzisti contro Koulibaly e i napoletani. L’arbitro Irrati, con una decisione coraggiosa interruppe la partita per 4 minuti e si mostrò pronto a sospenderla se necessario.

Un mese dopo, i tifosi laziali protagonisti a Praga, durante la partita di Europa League tra Sparta Praga e Lazio.

Presero di mira il giocatore di colore Costa. La partita fu sospesa per un minuto e la Lazio si ritrovò con una giornata di squalifica al campo e 50mila euro di multa.

Durante una Juventus - Roma, sprizzarono scintille tra De Rossi e Mandzukic. Telecamere impietose colsero il labiale del capitano giallorosso: "Stai muto, zingaro di m****".

Hulk, brasiliano dello Zenit, rivelò che l’arbitro Matyunin si alterò per le sue proteste e alla domanda di se fosse razzista, rispose di sì, anzi: che non gli piacevano né lui né i neri

Le esternazioni del ‘gaffeur’ Tavecchio

Il presidente della Figc, però, da solo batte tutti. Pubblicamente affermò che in Inghilterra arrivano solo giocatori di provata professionalità mentre da noi viene uno che “prima mangiava le banane e gioca titolare nella Lazio”.

In una “chiacchierata fuori onda” con il direttore di Soccerlife definì "ebreaccio" l'imprenditore romano Cesare Anticoli, precisando di non avere niente contro gli ebrei ma “è meglio tenerli a bada". E a proposito di un dirigente della Figc, chiese conferma che fosse gay perché: “Io non ho nulla contro, però teneteli lontani da me. Io sono normalissimo”.

Disse di essere impegnato a dare dignità alle donne nel mondo del calcio, anche sotto l’aspetto estetico, perché erano ritenute handicappate rispetto al maschio, per la tenuta atletica, mentre aveva scoperto che “sono molto simili”.

Ironia della sorte, proprio lui, fu costretto a censurare l’odiosa e inaccettabile la frase di Felice Belloli, ex presidente della Lega Dilettanti che, durante una riunione di consiglio, discutendo di finanziamenti al calcio femminile esplose in un “basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche”.