Nel calcio, si sa, contano i risultati. E quando questi non arrivano il primo ad essere sbattuto sul banco degli imputati è l'allenatore. Funziona così, soprattutto in Italia, e non importa la qualità effettiva della rosa, non importa la componente fortuna, non importano gli infortuni o i singoli episodi.
Succede anche per Gaetano Fontana, allenatore della Juve Stabia, che da migliore della Lega Pro è diventato uno dei principali colpevoli della crisi delle vespe. La squadra di Castellamare che pure ha vinto e convinto da settembre a dicembre, sta ora attraversando un periodo in cui non riesce ad esprimersi al meglio e, soprattutto non riesce a fare punti.
Il 2017 è iniziato male, e sta proseguendo peggio. Dopo il pareggio interno con il Monopoli le due trasferte consecutive in terra siciliana, prima a Messina e poi a Siracusa hanno fruttato 0 punti. L'ultimo pareggio interno contro il Fondi ha poi definitivamente fatto scattare la contestazione, anche perché le altre 3 davanti corrono ed ora il Lecce capolista si trova a 10 punti di distanza. Molto più vicina la Virtus Francavilla che invece, sbancando Matera si avvicina alla Juve Stabia.
Due punti in quattro partite sono effettivamente pochi per una squadra, che anche con il mercato di Gennaio, ha dimostrato di voler puntare alla promozione in serie B. I tifosi gialloblu, come già scritto, alla fine della gara con il Fondi hanno iniziato a fischiare la squadra.
Prima la curva, poi seguita dalla tribuna scoperta hanno intonato cori di contestazione verso giocatori e allenatore.
Il presidente Franco Manniello, il giorno dopo il pareggio con il Fondi ha difeso l'allenatore: "Se va via Fontana vado via anche io" è stata la piccata risposta a chi chiedeva la testa dell'allenatore. Una provocazione che può apparire di buon senso, ma che probabilmente è valida solo fino ad un certo punto. Se la crisi delle vespe si risolverà, Fontana potrà finire il suo campionato al timone dei gialloblu, se i punti tarderanno ancora ad arrivare la sua posizione si farà più difficile.