Un’altra giornata no per il futuro dello stadio che dovrebbe sorgere a Tor di Valle e forse la giornata di ieri potrebbe portare inesorabilmente verso la fine di tutto il progetto della Roma. Ieri sera il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, ha sentenziato: “Lo stadio lo vogliamo fare, ma in una zona dove non c’è un rischio idrogeologico. Spetterà alla sindaca e alla giunta decidere dove. Nessuno dice no”.

Il comico, sceso a Roma per cercare di sciogliere definitivamente il nodo, ha dovuto prendere atto del parere contrario sia dei consiglieri capitolini, precisamente 15 su 29 quelli in disaccordo come riportato dal “Messaggero”, riguardo il progetto di Pallotta e Parnasi, sia della deputata Roberta Lombardi che accusa l’intera opera essere solamente una colata di cemento.

Nessun sito alternativo

I proponenti del progetto stadio hanno subito replicato con un comunicato dai toni molto duri: “Dopo 5 anni di lavori un sito alternativo non è ipotizzabile. L’area è sicura e il progetto va a sanare anche eventuali rischi presenti nelle zone limitrofe”. Anche il Presidente James Pallotta affida all’account Twitter ufficiale della società il suo pensiero sulla questione, dove torna ad usare l’hashtag #FamoStoStadio e dichiara: ”Speriamo che l’incontro di venerdì dia un esito positivo, in caso contrario sarebbe una catastrofe per il futuro della squadra e di tutto il calcio italiano per i futuri investimenti nel Paese”.

Pareri attesi

La decisione definitiva andrà presa entro il 3 marzo, l’amministrazione capitolina attende il parere dell’Avvocatura e la pronuncia del Dipartimento Urbanistica in merito alla legittimità della delibera votata dall’ex sindaco Marino, che in caso di bocciatura azzererebbe l’intero progetto.

Al contrario si punterebbe ad una riduzione più sostanziosa delle cubature, più di quel 25% già concesso. È esclusa a priori, invece, la possibilità di votare una nuova delibera a causa dell’alto rischio di una causa miliardaria che ricadrebbe tutta sui consiglieri.